Gruppo bipartisan in parlamento per cittadinanza a minorenni. Prima firmataria la Kyenge, anche Pd, Pi, Fi, Sc, Api e Sel –
19 apr – L’Italia conta circa un milione di giovani nati e/o cresciuti qui. “Per la legge restano stranieri, anche se non lo sono. Considerano l’Italia la loro casa, la loro Nazione, ma questa Nazione non li considera suoi cittadini. E loro non hanno un’altra patria”. Per questo, un gruppo bipartisan, da Forza Italia a Sel, ha deciso di “costituire un gruppo di deputati, aperto a tutti gli schieramenti, per dare voce in Parlamento ai nuovi italiani”.
“Questa voce – spiega una nota con prima firmataria Cecile Kyenge (Pd) – verra’ portata anche fuori dall’Aula grazie all’azione congiunta con la societa’ civile. Coinvolgeremo anche tutti gli organi, le Istituzioni, gli Enti che si occupano di minorenni e adolescenti, fra questi ricordo: il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, l’Unicef, Save the children, la Rete G2 e le associazioni dentro e fuori la campagna L’Italia sono anch’io”.
“Cari colleghi – prosegue la nota sottoscritta da una trentina di parlamentari, gran parte del Pd, ma anche di Api, Pi, Sc – finche’ in questa stessa aula non discuteremo la nuova legge sulla cittadinanza, i firmatari di questa iniziativa racconteranno ogni giorno la storia di un ragazzo o di una ragazza ancora senza cittadinanza: storie di speranze, dolori, peripezie burocratiche, disillusioni, storie di tutti i giorni, fatte anche di successi in salita ma successi, ancora piu’ veri e specchio della loro voglia di essere italiani”. “L’Aula della Camera e’ il cuore del Parlamento. Qui tutti noi cerchiamo di portare la voce degli italiani. A volte in maniera alta, a volte meno. Ma e’ il motivo per cui noi siamo in Parlamento: per dare voce anche a chi non ha votato o non puo’ votare, a chi di voce ne ha di meno e non puo’ farsi sentire.
Crediamo che a tutti sia capitato di sentire da fuori le voci di giovani che giocano dentro una scuola. C’e’ qualcuno in grado di stabilire chi di loro e’ figlio di immigrati o di italiani? Quelle che sentiamo in realta’ sono soltanto le voci dell’infanzia e dell’adolescenza”, prosegue la nota. “Sono giovani che alla fine pensano e sognano in italiano, fanno il tifo per le stesse squadre, parlano con lo stesso accento dei nostri figli. C’e’ qualcosa di surreale e di profondamente ingiusto in tutto questo. Ed e’ tempo di porvi rimedio con un accorto, quanto urgente, intervento legislativo”.
“Anche in Parlamento si e’ ampliato il numero di parlamentari, di tutte le provenienze politiche, che pensa che sia arrivato il momento di cambiare. Il diritto di cittadinanza e’ un tema su cui si ragiona gia’ da tempo ed esistono ormai molti progetti di legge che possono aiutare l’Italia ad entrare in una nuova fase dell’integrazione. Ma il tempo per discutere la riforma della cittadinanza continua a slittare. Continua ad essere un’occasione perduta per il nostro Paese. La nuova legge sulla cittadinanza e’ una necessita’ perche’ l’Italia e’ gia’ cambiata, perche’ i nostri giovani hanno gia’ compreso l’importanza e il valore dell’integrazione”, conclude l’appello. (ANSA).
La frittata è stata fatta. Certo che chi è nato in Italia la cittadinanza deve averla. Io sono d’accordo ma il problema è a monte. Cioè è incredibile che si siano fatti entrare allegramente così tanti stranieri. Tantissimi delinquenti e la stragrande maggioranza semianalfabeti. Eppure questi diventano comproprietari dell’Italia come lo siamo noi che ci viviamo da centinaia di generazioni!