Verona, buttato nella porcilaia e costretto ad umiliarsi tra i cani ringhiosi per una vendetta
17 apr – Umiliato e minacciato da cani ringhiosi. Trattato come una bestia per un regolamento di conti. E’ successo tra due bande di romeni, il 9 marzo scorso. Un ragazzo preso in ostaggio mentre l’altro doveva correre al bancomat per ritirare dei soldi e pagare i loro aguzzini. L’hanno gettato in una porcilaia, costretto, sotto la minaccia di un coltello, a fare il verso degli animali, e infine l’hanno chiuso in un recinto di rottweiler: è riuscito a scappare, ma alla fine i responsabili sono stati arrestati con le accuse di violenza privata, estorsione e sequestro di persona. E’ successo nel veronese, dove la Squadra Mobile della polizia di Verona ha arrestato due persone e na ha indagate altre tre per aver organizzato, in seguito ad uno sgarro, una spedizione punitiva.
Tutto sarebbe nato in seguito ad una rissa tra due gruppi di romeni. Il piano di vendetta è andato in scena il giorno successivo. Un gruppo di uomini si era presentato a casa dei due rivali dicendo che volevano sistemare la questione, invitandoli a fare un giro in auto. Le due vittime sono state così portate in un campo isolato dove è stata tesa loro la trappola: a uno di loro, un italiano di origine Sinti, è stata puntata una pistola alla testa con la pretesa di lavare l’onta tramite versamento di 500 euro.
L’uomo è stato quindi accompagnato ad un bancomat ma i soldi non sono passati di mano perchè non c’era denaro disponibile nel conto corrente. L’altro giovane, invece, è stato prima gettato in una buca, ricavata all’interno di una porcilaia, tra le ossa di animali, facendo capire che fosse arrivata la sua fine. Poi i sequestratori, sotto minaccia di un coltello e con un coccio di bottiglia di vetro, hanno obbligato l’ostaggio a fare il verso del gallo e del cane. Alla fine è stato gettato dentro un recinto per cani: quando il giovane ha visto che stavano per liberare due rottweiler è salito di scatto sul tetto di una cuccia ed è riuscito a spiccare un salto oltre il recinto, guadagnandosi la fuga. Il malcapitato ha trovato rifugio dentro un covone di fieno, uscendo solo un’ora più tardi per chiedere aiuto e comporre il 113 per chiamare la polizia.
Ad altri due obiettivi della gang, sarebbe invece andata meglio: uno non è stato trovato dagli aguzzini, mentre l’altro è stato difeso dal padre che ha avvertito le Forze dell’ordine. Per tutti gli indagati l’accusa è di violenza privata, tentata estorsione e sequestro di persona. Ulteriori accertamenti della polizia sono in corso nei confronti di altri romeni, per valutare eventuali loro responsabilità nel raid punitivo.
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