14 apr – Nelle ultime ore i tg ci hanno bombardato con servizi che sponsorizzavano la proposta di legge della Brambilla contro la macellazione di animali da carne sotto i sei mesi. Forse non tutti sanno che gli agnelli e i vitelli italiani sono prodotti ottimi e pochi tutelati. Gli agnelli infatti vivono al seguito delle madri al pascolo e vengono macellati non appena svezzati, non subiscono nessun allevamento intensivo, mentre i vitelli vengono allevati senza estrogeni, contrariamente agli altri stati. Ritardare la macellazione significa mettere in ginocchio le ultime aziende rimaste sul territorio creando ulteriormente disoccupazione e dare un altro colpo all’economia, con la creazione di altri migliaia di disoccupati che si aggiungono a quelli esistenti.
Sistematicamente sotto Pasqua, arrivano questi falsi animalisti, pronti a danneggiare un settore, già fortemente compromesso da scelte scellerate della politica italiana. Le regole di questo mondo sono la nostra tradizione e non è mai saltato in testa a nessuno pensare che fosse oltraggioso mangiare l’agnello a Pasqua. Ancora una volta viene ingiustamente attaccato un comparto che lavora sodo,senza conoscere festività, ferie e la mutua.
Non si posso sovrapporre le legge impartite dalla politica clientelare alle leggi della natura, e nessun allevatore si potrebbe permettere di mantenere tutti gli agnelli e vitelli nati in stalla. Porre un limite di tempo per la macellazione, macellare gli agnelli e i vitelli dopo sei mesi di vita significherebbe proporre al mercato un prodotto che il mercato non cerca. Quindi il risultato che si avrebbe se questa scellerata proposta diventasse legge, sarebbe la morte degli allevamenti. Niente agnello, niente pecorino, niente lana, niente vitelli a carne bianca,di conseguenza niente latticini italiani.
La campagna mediatica è ben studiata, per sensibilizzare i tanti ignari telespettatori, alla notizia che tanti cuccioli di pecora,vengono sacrificati per imbandire le nostre tavole pasquali. Peccato che questo teatrino sia guidato da una dei soci fondatori della Sotra Cost International, un’azienda che commercializza prodotti ittici surgelati (per un giro di affari di 45 milioni l’anno). Siamo sicuri che se la sua battaglia etica sia dettata dall’amore incondizionato verso gli animali alla fine di sponsorizzare la sua società ittiologica ?
Si chiede per tanto alla magistratura di verificare la notizia sopracitata,, uscita il 13 aprile 2014 sul giornale on line La barbagia.Net. http://www.labarbagia.net/notizie/attualita/7328/lagnello-risponde-alla-brambilla.
Non cambia il mondo mangiando pesce anziché carne, ma forse lo si potrebbe rendere migliore se ognuno facesse il proprio lavoro senza interferire con l’altro e, soprattutto i politici, che di cercare i consensi facili,dovrebbero pensare ai problemi reali della comunità. Nel contempo, ci tengo a far sapere alla signora Brambilla, visto che gli piacciono tanto gli animali,cedo volentieri la mia azienda di vacche da latte “compreso il toro, con possibilità di optare ad una azienda di pecore con i montoni!!
Ofena,13/04/14
Il Cospa Abruzzo – Dino Rossi
Ottimo!