11 apr – ROMA – Ricordate l’allarme aviaria scattato nel 2006, con la corsa di molti Paesi ad accaparrarsi il farmaco Tamiflu? Il Tamiflu era stato indicato all’epoca come l’unica barriera contro la diffusione della pandemia. E’ costato ai governi oltre tre miliardi di euro, ma sarebbe stato completamente inutile, almeno secondo una ricerca condotta da un gruppo di scienziati indipendenti e pubblicata sul “British Medical Journal”.
Il gruppo “Cochrane Collaboration” ha realizzato un rapporto secondo cui quella spesa sarebbe stata uno spreco visto che, stando a una recente analisi, il Tamiflu non risulterebbe più efficace del comune paracetamolo. In ben due occasioni, quella del primo allarme aviaria e poi ancora nel 2009 con la cosiddetta “suina”, il Tamiflu venne indicato come il salvavita, la barriera necessaria a impedire il contagio dei terribili virus.
La ricerca del gruppo di scienziati indipendenti sottolinea invece come il farmaco in questione non potesse fare granché per prevenire la diffusione dell’influenza o per ridurne le complicazioni, ma la sua efficacia era limitata a una parziale alleviazione dei sintomi. Un risultato che viene contestato dalla casa farmaceutica Roche, produttrice del Tamiflu, che definisce la ricerca incompleta e frammentaria. Solo nel 2009 sono state vendute confezioni per 2,64 miliardi di euro, per quasi 50 milioni di persone che hanno utilizzato il farmaco. Secondo la Cochrane, inutilmente.
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