ARZIGNANO (Vicenza), 8 apr – «Quando è tornato a casa mio figlio mi ha detto: “papà, a scuola ci hanno spiegato che si può cambiare sesso. Da maschio a femmina e da femmina a maschio”. E visto che è in quinta elementare, non è proprio il massimo sentire queste parole». Lo racconta un genitore (l’identità non viene riportata a tutela del minore) della scuola primaria «Villaggio Giardino» di Arzignano, nel Vicentino. I racconti dei bambini, tornati a casa dopo il «corso di affettività», hanno suscitato la perplessità di alcuni genitori.
Il riferimento va a quattro lezioni di un’ora e mezza avvenute nelle due classi quinte della «Villaggio Giardino», plesso dell’istituto comprensivo 2 di Arzignano, in quattro mattine di marzo. Queste lezioni sono finanziate dal Comune. «In parte o totalmente. Le chiedono gli stessi genitori. Ci dispiace molto per la vicenda – commenta l’assessore comunale all’Istruzione Beatrice Marchezzolo –. Andremo a fondo, bisogna appurare. Ma delle lezioni della psicologa Federica Bastianello nessun papà o mamma si era mai lamentato». In questo caso dei dubbi ci sono stati.
«Tornato a casa mio figlio ha detto: oggi hanno spiegato come cambiare sesso», dichiara il papà di un bimbo di quinta. «Le maestre non c’entrano, per spiegare cosa sono i transgender è stata chiamata una psicologa. Per un bambino di quell’età non lo ritengo propriamente educativo, e comunque non capisco cosa interessi. Trovo doveroso – continua il genitore in questione – che la scuola parli di affettività e sessualità, ma con bimbi di quinta elementare ci vuole molto tatto. Si cammina sul filo del rasoio». Il genitore precisa di non averne ancora parlato con il preside. «Però mi dispiace di non aver potuto essere presente a quelle lezioni» afferma. corrieredelveneto.corriere.it