5 apr – La Russia di Vladimir Putin non manca di ammiratori. A cominciare dai serbi, che in maggioranza – e a dispetto dell’avvicinamento di Belgrado all’Ue – per il Cremlino stravedono. Una predilezione che va di pari passo con l’irriducibile avversione per la Nato, responsabile dei bombardamenti sulla Serbia della primavera 1999, durante la guerra del Kosovo, (78 giorni terrore e oltre 2500 morti) dei quali in questi giorni si ricorda il 15/o anniversario in un clima di dolore e rinnovato risentimento.
“Ci rivolgeremo all’ambasciata russa, ci rivolgeremo direttamente a Mosca per dire che noi non vogliamo qui la Nato, ma vogliamo la Russia, poiche’ i russi sono nostri fratelli“, ha detto David Lalic, uno dei piu’ ferventi paladini di Vladimir Putin “La Russia da sempre e’ la nostra madre”.
Immediatamente è partita la vendetta del Fondo monetario
FMI – Tagli del 25% delle pensioni e del 20% degli stipendi nel settore pubblico, insieme a una riduzione del 15% dei dipendenti della pubblica amministrazione: sono queste, secondo la stampa, le richieste principali che Fondo monetario internazionale (Fmi) e Banca mondiale hanno fatto ad Aleksandar Vucic, il leader conservatore trionfatore delle elezioni del 16 marzo in Serbia al quale nei prossimi giorni il presidente Tomislav Nikolic conferirà ufficialmente l’incarico di formare il governo.
Il quotidiano Vecernje Novosti scrive che Vucic comprende le richieste degli organismi finanziari internazionali, ma che “non intende frenare e deteriorare eccessivamente il livello di vita in Serbia“. (ANSA).