3 apr – “Quando ho sentito che Berlusconi si era recato ancora una volta al Quirinale e si era a lungo intrattenuto col Presidente, non ci volevo credere, tanto una cosa del genere mi sembrava e mi sembra lontana dal mio pensiero e, spero dal pensiero di tanti cittadini e dell’intera Associazione che presiedo”. Lo afferma in una nota Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’ANPI.
“Ci sono detenuti nelle carceri – prosegue – che scontano pene, magari meritate; cosa devono pensare di un condannato per gravi reati che frequenta liberamente i palazzi del potere, per il quale il Tribunale di sorveglianza non decide da mesi una sorte imposta da una sentenza definitiva e dalla legge? E cosa può pensare il cittadino comune, incensurato e privo di problemi giudiziari, come me, che ha chiesto da parecchi giorni un incontro ad un Ministro per parlare di un problema importante (e lo ha fatto non a nome suo, ma a nome di una gloriosa Associazione come quella dei Partigiani di Italia) ed ancora attende una risposta? Nelle istituzioni, c’è tempo per un condannato e non per una importante Associazione?”
“Né mi interessa – assicura Smuraglia – l’oggetto del colloquio. La presenza al Quirinale di un personaggio che proprio sui giornali di ieri poneva un’alternativa (‘o ricevo una tutela contro gli attacchi giudiziari o faccio cadere tutto’), ha di per sé un significato, che va contro ogni concezione civile ed etica della politica e suona come pressione anche sulla Magistratura, che dovrà sciogliere il nodo conclusivo in un’udienza ormai prossima. Conosciamo i precedenti: un anno fa, quando si entrò in campagna elettorale, furono rinviati i processi di Berlusconi, per consentire un sereno svolgimento della campagna elettorale e la possibilità per l’imputato di parteciparvi. E non fu una cosa bella. Qualcuno sta pensando che l’esperienza possa essere ripetuta?”.
“Noi – conclude il presidente dell’Anpi – speriamo di no: se accadrà qualcosa di simile, lo considereremo uno strappo alla giustizia, all’uguaglianza e ad altri valori consacrati nella Costituzione. L’ANPI non farà le barricate, né inscenerà manifestazioni di piazza: ma su tutte le piazze d’Italia, il 25 aprile, nel ricordare i Caduti per la libertà e nel rivolgere a loro un pensiero affettuoso e grato, diremo loro a gran voce e con immensa tristezza: ‘questa non è l’Italia che avete sognato e per la quale avete combattuto ed immolato la vostra vita’”. TMNEWS