Ad Saxo Bank: l’euro è “un esperimento pericoloso, irresponsabile che non deve essere mai più ripetuto”

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3 apr – Per l’mministratore delegato del colosso bancario Saxo Bank, presente in 200 Paesi inclusa l’Italia, l’euro è “un esperimento pericoloso, irresponsabile che non deve essere mai più ripetuto”. Il Ceo e co-fondatore di Saxo Bank Lars Seier Christensen nel suo blog TradingFloor.com torna a occuparsi dell’euro.

Dopo aver ribadito come la moneta unica sia “una monumentale cattiva idea”, Christensen sottolinea come l’euro abbia creato un numero infinito di vittime nel suo tragitto, abbia costretto de facto al fallimento numerosi Paesi, prodotto la perdita di intere giovani generazioni nell’Europa del sud e, infine, condotto l’Europa nella direzione di un super stato totalitario. Parole forti, quelle di questo banchiere danese (Saxo Bank ha la sede centrale in Danimarca) che richiamano quelle di Marine Le Pen e di Matteo Salvini, tra gli altri.

L’euro potrebbe scomparire un giorno non così lontano – prosegue il Ceo di Saxo Bank – lasciando solo un ricordo triste e desolante di un esperimento pericoloso, irresponsabile che non deve essere mai più ripetuto. Lascerà dietro di sè immensi costi sociali e umani, ma sarebbe molto meglio subire queste perdite inevitabili il prima possibile. La ripresa inizierebbe molto prima se la causa alla radice del malessere attuale venisse rimossa.

Christensen ammette nel prosieguo del suo articolo che sarebbe naive pensare che la situazione dell’euro potrebbe essere risolta in tempi rapidi, data la grande quantità di capitale politico che è stato investito. La burocrazia e tecnocrazia europea, in particolare l’elite politica che ha costruito l’Ue, farà di tutto per impedire la fine dell’euro, almeno fino a quando questo non diventerà inevitabile. E lo diventerà o per la pressione da parte degli elettori – anche se sono stati consultati molto raramente in questa struttura politica post-democratica – o dai mercati, che devono riassumere il loro ruolo che è stato fino ad ora bloccato durante la crisi, vale a dire i ruolo di allocare il capitale, dare un prezzo alla moneta e agire razionalmente.

Nell’affrontare questa “moneta di distruzione di massa” il banchiere Christensen elenca tutte le fragilità dell’euro e i danni provocati finora, senza scordarsi delle prospettive. Il quadro che ne esce è a dir poco allarmante:

1) L’economia è estremamente debole in tutta la zona euro e l’euro non avrebbe semplicemente mai dovuto essere creato.

2) La Zona euro vuole un euro più debole perché ne ha bisogno. Il livello di cambio attuale è troppo dannoso anche per una Banca centrale come la Bce. Ma non succede che la Bce lo abbassi.

3) La deflazione è dietro l’angolo e la probabilità è maggiore di quel 20% indicato da FMI e altri studi.

4) Anche la Bundebsank sembra rinunciare alla sua nota resistenza al quantitative easing. Ma non è un buon segnale, dato che è l’ultimo guardiano di moneta sana in un mondo di svalutazione competitiva. Tuttavia è quello che sta accadendo. L’alternativa sono i tassi d’interesse negativi. Ma entrambi gli esiti costringerebbero l’euro a scendere.

5) Ci sarà poi sempre più sollevazione sociale in Europa con i giovani disoccupati e i dipendenti del settore pubblico che creeranno una strana coalizione con le piccole e medie imprese dato che i loro interessi sono gli stessi e contrari a quelli delle grandi industrie, grandi banche e le coalizioni di élite al potere. Non dimenticate mai che le PMI creano lavoro, ma non hanno più accesso al credito.

6) Le popolazioni europee continueranno a ribellarsi contro la Bruxelles antidemocratica e cercheranno di costringere misure intrusive più intelligenti. L’ovvia e rara opportunità di esprimere il dissenso saranno le elezioni europee di maggio. I movimenti di protesta faranno molto bene in Francia, Regno Unito e Italia, ma non solo.

Senza considerare, conclude Christensen, l’andamento fuori controllo del rapporto debiti/Pil dei vari paesi, il settore bancario fragile e l’incapacità geopolitica imbarazzante dell’Europa di affrontare shock esterni provenienti, tra gli altri, da Cina e Russia.

Praticamente, uno die banchieri europei più potenti a capo di una delle banche più ramificate al mondo sta prevedendo un futuro tremendo per l’Europa dell’euro, a meno che l’euro non venga demolito.

Fonte notizia L’Antidiplomatico – che ringraziamo.