Regione Lombardia, la Corte dei Conti indaga sulle spese del M5S

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28 mar – Martedì mattina, nel consueto attacco di giustizialismo acuto, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno accolto la giunta lombarda con fischietti e coperchi e chiesto le dimissioni dei due presidenti Cattaneo e Maroni. Da oggi, però, la scena potrebbe ribaltarsi e chissà che martedì prossimo non siano i consiglieri regionali degli altri partiti ad attendere sulle scale del Pirellone i grillini per consegnare loro delle orecchie a punta da indossare prima di infrattarsi dietro la lavagna.

Proprio i consiglieri regionali del M5S, infatti, si sono resi protagonisti di un autogol, se non clamoroso, quanto meno imbarazzante.
La notizia è la seguente: i paladini della giustizia a 5 Stelle sono incappati in un incidente che riguarda i rimborsi spese del gruppo. Sì, avete capito bene, proprio quei rimborsi spesa protagonisti nella passata legislatura di una mega inchiesta non ancora terminata. Proprio quell’inchiesta che i grillini cavalcavano (e cavalcano) per dimostrare la propria superiorità morale su tutto e tutti.
I fatti. La sezione regionale lombarda della Corte dei Conti, che su mandato della giunta regionale controlla tutte le spese della Regione, ha inviato la sua relazione sul primo anno di legislatura. I giudici hanno analizzato tutte le spese fatte dai gruppi dal 27 marzo al 31 dicembre 2013. Dopo un lungo preambolo nel quale l’organismo giuridico ricorda le storture della legislatura passata, si arriva al giudizio finale: tutti promossi tranne i grillini, ai quali vengono contestate due voci di rimborso. La prima ammonta a 370,70 euro per spese di rappresentanza. Dal riassunto della Corte dei Conti si evince che i grillini hanno acquistato dalla Fima viaggi e turismo in data 4 e 16 ottobre 1013 due biglietti aerei, scrive la Corte «di cui uno annullato (addebitati interamente al gruppo consigliare)» e due biglietti ferroviari «di cui uno annullato con penale». In questo caso il motivo della contestazione è chiaro: «Non adeguatamente dettagliata la causale della spesa». La seconda contestazione riguarda il capitolo «Altre spese». In questo caso l’importo è più elevato. Si parla di otto fatture pagate tra il 3 luglio e il 15 novembre 2013, riguardanti «l’acquisto di boccioni acqua e bicchieri». In questo caso la Corte dei Conti contesta la spesa addirittura per «Mancata documentazione dell’inerenza della spesa». Firmato, il magistrato istruttore dottoressa Sara Molinaro.

Come si vede non si tratta di cifre astronomiche, nemmeno mille euro di contestazione e nemmeno di spese pazze, perché immaginiamo che facilmente Silvana Carcano e gli altri «cittadini portavoce» sapranno giustificare alla Corte dei Conti le spese che vengono loro contestate; immaginiamo che in nome della trasparenza da loro tanto decantata, sapranno dire ai lombardi per quale destinazione erano quei biglietti, quale era lo scopo della missione, chi ne doveva usufruire e perché ad un certo punto sono stati annullati e la penale è stata pagata con soldi pubblici. Così come è facile intuire che i boccioni d’acqua servono per non assetare i dipendenti del gruppo e gli stessi consiglieri regionali. Ma a far scattare sulla sedia è che per spese analoghe fatte dai colleghi degli altri gruppi, i grillini hanno messo in scena carnevalate da far invidia al circo Barnum. In questo primo anno di legislatura siamo passati dalla pizza a 5 stelle ai fazzoletti bianchi per contestare il cardinal Scola, per finire con le bombolette ad aria compressa e i fischietti. Forse è giunta l’ora che anche i grillini si rendano conto che pure loro fanno parte di quei palazzi che vorrebbero abbattere a cannonate e che finire sotto le macerie a causa del fuoco amico non è poi così difficile.

di Fabio Rubini per libero