27 mar – Sul n. 12 dell’Eir si legge: benché l’UE non abbia ancora deciso sanzioni economiche vere e proprie contro la Russia, c’è una diffusa preoccupazione tra gli industriali tedeschi, presenti sul mercato russo con 6.300 imprese, che si arrivi alla guerra economica tra Occidente e Russia. La Camera di Commercio di Amburgo, il cui porto marittimo è il più grande per i container da e per San Pietroburgo, ha ammonito che le sanzioni avrebbero “gravi conseguenze” per le 600 imprese della sola Amburgo che hanno sede in Russia.
Il presidente dell’Associazione nazionale del Mittelstand (piccole e medie imprese), Mario Ohoven, ha dichiarato che molte imprese hanno cominciato a congelare i piani per nuovi investimenti in Russia, temendo perdite causate dalla spirale di sanzioni e contro-sanzioni.
Anche se i portavoce delle principali associazioni industriali, come la BDI, diffondono la linea del governo secondo cui il “diritto internazionale (ovvero il sostegno al nuovo regime in Ucraina e le sanzioni contro la Russia) deve prevalere sugli interessi commerciali”, molti top manager hanno espresso la loro netta opposizione a questa linea. Peter Terium, amministratore delegato dell’utenza RWE, difende la vendita dell’affiliata DEA ad un consorzio russo guidato dall’investitore oligarca Mikhail Fridman per 5 miliardi di Euro. Lo stesso vale per l’impresa Wintershall, che intende garantire la vendita degli impianti di stoccaggio del gas alla Gazprom. Anche Herbert Hainer, amministratore delegato di Adidas, ha respinto le sanzioni, dati i rapporti economici intensi tra Germania e Russia. Adidas è un leader sul mercato russo ed anche in Ucraina, dove impiega 11.000 operai. Perfino l’amministratore delegato di Deutsche Bank Juergen Fitschen ha messo in guardia da “una escalation reciproca di misure punitive”.
Ma anche a livello politico c’è scetticismo sulle sanzioni. Gernot Erler, il coordinatore capo del governo tedesco per i rapporti con la Russia, ha dichiarato a Bloomberg che le sanzioni “riducono la possibilità di dialogo. E questo è deprecabile“. Avvisa inoltre che probabilmente non avranno alcun effetto sulla Russia.
Parole molto dure contro la strategia delle sanzioni vengono da Armin Laschet, vicepresidente del partito della Merkel (CDU), che ha denunciato “il populismo anti Putin” che emerge nella politica tedesca in un’intervista al quotidiano tedesco FAZ del 18 marzo.
Dall’SPD, l’ex Commissario UE per l’Allargamento Günter Verheugen ha ammonito che il governo ucraino è il primo governo del dopoguerra in Europa in cui sono rappresentanti dei fascisti, criticando duramente Berlino per aver concesso aiuti finanziari troppo velocemente. “Il problema è Kiev, perché un anno fa i due prediletti dalla Germania, Vitali Klits#269;ko e Julija Timosenko, hanno concluso un accordo con gli estremisti di destra, con i fascisti, all’insegna dello slogan ‘Alzati Ucraina’”. Verheugen ha proposto che l’UE cerchi il dialogo con il governo russo invece di cercare lo scontro. OPI
visto quanto male ci ha fatto la germania, fintanto che non sarà fallita, le conseguenze sono sempre poche