La crisi dei pompieri: “Troppi dirigenti e noi soli in prima linea”
26 mar – “Siamo già il corpo dello Stato meno retribuito tra tutti. Cos’altro vuol tagliare Renzi?” si domanda Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco. Da tempo i pompieri lamentano problematiche diverse, dovute tutte alla scure dell’austerità che si è andata ad abbattere sulla pubblica amministrazione e anche su di loro.
Prima di tutto carenza di personale e di mezzi: “Non ci sono i soldi per migliorare le strutture e troppe volte gli enti locali sovvenzionano per il soccorso associazioni di volontariato: recentemente abbiamo vinto un ricorso in Liguria dove era stata stipulata una convenzione con il soccorso alpino, fatto di volontari, e non era stata rinnovata la convenzione con noi, che siamo corpo dello Stato” ci spiega Rossano Riglioni, segretario provinciale del Conapo di Roma.
Poi i sindacati di categoria lamentano le grosse differenze salariali tra vigili del fuoco e le altre forze dell’ordine: “Noi pompieri prendiamo 5mila euro in meno all’anno delle forze di polizia e 7mila rispetto alle forze armate” continua Riglioni.
Una proposta per risparmiare sugli sprechi da parte del sindacato è stata fatta: “Siamo tutti sotto il ministero degli interni. Abbiamo chiesto l’accorpamento in un unico dipartimento, in modo da poter tagliare le spese che riguardano i dirigenti. Gli sprechi sono lì, no tra noi che siamo sempre in prima linea”.
Ma i problemi dei pompieri non finiscono qui: “Ci manca proprio il personale: ogni giorno per sopperire alle carenze c’è un richiamo di 4mila precari in tutta Italia. Ad esempio er coprire il vasto territorio di tutta Roma e provincia ci sono al massimo 220 vigili. Così è a rischio sia la sicurezza dei cittadini che quella di noi operatori della sicurezza”.
In realtà gli sprechi sono stati fatti anche a livello regionale: “Nel caso del Lazio, la Polverini aveva assegnato 800 kit antincendio alla protezione civile di Latina. Ogni kit costerà circa mille euro. Ma la protezione civile è per l’assistenza emergenziale in caso di calamità. Noi, che ci occupiamo tutti i giorni di emergenze, abbiamo automezzi immatricolati negli anni ottanta e in molti casi dobbiamo spostare i nostri mezzi da una parte all’altra della Regione perché alcune province non sono fornite”.
Ma sembra che comunque i tagli andranno avanti. Il problema dei disservizi e dei tagli nell’ambito della pubblica amministrazione era stato evidenziato nei giorni scorsi anche dai sindacati di base: “L’Italia si appresta a una svolta epocale nel campo dei servizi pubblici. Un vero e proprio bagno di lacrime e sangue pagato da lavoratori e cittadini in cambio, forse, di una manciata di euro provenienti dalla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti al di sotto della soglia di 25 mila euro di reddito annuo” denuncia Daniela Mencarelli dell’esecutivo nazionale Usb pubblico impiego.
In effetti un piano che riguarda la riduzione delle spese il governo Renzi lo ha già preparato: si tratta del progetto di Carlo Cottarelli, commissario straordinario alla spending review. Una stima di 85mila eccedenze tra il personale della pubblica amministrazione che sta lavorando anche alla riorganizzazione delle forze di polizia e sui vigili del fuoco: “Questo significa concretamente tagli e peggioramento dei servizi, ulteriore restringimento del perimetro pubblico, porte spalancate al profitto privato nel campo di servizi essenziali”.
Intanto i sindacati di base hanno già minacciato lo sciopero generale visto che “gli interventi annunciati dimostrano in maniera inequivocabile che anche Renzi, come i suoi predecessori, si muove ossequioso nel solco tracciato dai diktat della troika”.
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