24 mar – Mentre gli Stati Uniti adottano sanzioni contro la Russia e si apprestano a fare altrettanto nei confronti del Venezuela, per Andy Piascik su Global Research, occorrerebbe tenere a mente che i risultati di un sondaggio lanciato dalla WIN/Gallup International, un’associazione leader nel campo della ricerca di mercato e dei sondaggi, su quale paese rappresenti la più grande minaccia alla pace nel mondo vedono arrivare primi proprio gli Stati Uniti. Non Iran, Corea del Nord, Siria, Cuba, Venezuela, Russia o una qualsiasi delle molte altre nazioni che la classe dirigente e i media Usa demonizzano regolarmente, ma gli Stati Uniti.
Secondo Washington, le sanzioni allo studio contro il Venezuela si rendono necessarie per le misure repressive e la violenza che viene attribuita quasi esclusivamente al governo. In realtà, i controrivoluzionari sono responsabili di buona parte delle violenze. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro la Russia.
Comodamente lasciata fuori dalla narrazione è la connessione tra le azioni della Russia e il colpo di stato in Ucraina al quale hanno partecipato gruppi neo-fascisti, uno sforzo sostenuto dagli Stati Uniti con 5 miliardi di dollari, secondo l’Assistente del Segretario di Stato Victoria Nuland. Sono inoltre escluse dalle discussioni le basi militari che gli Usa i loro alleati hanno vicino alla Russia, così come il fatto che praticamente ogni membro dell’ex blocco orientale appartiene ora alla NATO.
Come sempre, questi eventi sono presentati in un inequivocabile bianco/nero, dove gli Usa sono i buoni che lottano per la libertà, la democrazia e la libertà e l’altro lato è l’incarnazione del male. Hillary Clinton, per esempio, ha paragonato Vladimir Putin ad Hitler, un paragone che negli ultimi decenni è stato utilizzato per Noriega, Milosevic, Gheddafi, Chavez, Saddam Hussein, Osama bin Laden, Assad e Ahmadinejad, per citarne solo alcuni. La carta Hitler non è mai stata usata contro Somoza, Suharto, Diem, Savimbi, Duvalier, Mobutu che sono stati leali servitori degli interessi economici occidentali.
In realtà, la narrazione bianco/nero crolla subito dal momento che si possono documentare atti di aggressione diretta compiuti dagli Stati Uniti o reati commessi tramite ulteriori finanziamenti, armamenti e sostegno diplomatico a Stati clienti.
Nel 2001, gli Stati Uniti hanno invaso l’Afghanistan, apparentemente in risposta agli attacchi dell’11 / 9, anche se nessuno dei coinvolti era afgano ma saudita. Invadere l’Arabia Saudita era però impossibile, dal momento che è un fedele e molto importante alleato. Come Noam Chomsky ha documentato, i talebani si offrirono di aiutare gli Stati Uniti a monitorare i responsabili dell’11 / 9, tra cui bin Laden, ma l’offerta è stata respinta e tredici anni e migliaia di miliardi di dollari dopo, gli Usa sono ancora in Afghanistan.
Grazie al Freedom of Information Act, nel 2004, e ad alcuni cablogrammi pubblicati da Wikileaks sono emerse una serie di informazioni circa aiuti finanziari che l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) ha fornito a diverse organizzazioni venezuelane evidenziando l’interesse di Washington per Caracas e il tentativo perpetrato dal primo di destabilizzare il secondo durante il triennio 2004-2006.
Nel 2003, gli Stati Uniti hanno invaso illegalmente l’Iraq, usando il pretesto di trovare le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Oggi il paese è teatro di un violento conflitto settario.
Nel 2011 è stata la volta della Libia di Gheddafi. Almeno 50.000 persone sono state uccise, compreso Gheddafi , e la Libia è sprofondata nel caos.
Dal 1990, gli Stati Uniti hanno sostenuto Paul Kagame in Rwanda, presentandolo come un eroe. In realtà, la guerra in Ruanda è iniziata con l’invasione dall’Uganda dal Fronte patriottico ruandese, Fpr, un esercito di cui Kagame presto divenne capo. Quattro anni più tardi, con i colloqui di pace in corso, il Fpr ha ucciso il presidente ruandese Juvenal Habyarimana abbattendo l’aereo sul quale stava viaggiando di ritorno da una sessione negoziale. Iniziò così il periodo più terribile della regione.
L’ex Segretario Generale delle Nazioni UniteBoutros-Gali ha riconosciuto la responsabilità americana e l’ONU ha accusato il Fpr delle più gravi atrocità durante gli anni di guerra nel vicino Congo.
In America Latina, oltre a supportare la controrivoluzione in Venezuela, gli Stati Uniti continuano ad elargire milioni alla Colombia per una guerra decennale alla droga che è, di fatto, una guerra contro l’opposizione alla dominazione da parte del capitale globale. E nel 2009, gli Stati Uniti sono stati praticamente i soli al mondo a riconoscere il governo golpista che è salito al potere in Honduras nel 2009 rovesciando Manuel Zelaya.
La violenza degli Stati Uniti non si limita alle altre nazioni e sul fronte interno è testimoniata dalla massiccia detenzione di afro-americani.
C’e’ poco da commentare. Qualcuno deve STOPPARE gli americani. Devono finire di aggredire Paesi alle porte dell’Asia., della Russia, con la scusa che portano la democrazia. La Democrazia non esiste neanche nel loro Paese, dove vige ancora la pena di morte. La causa e’ dei governi europei, anche gli italiani, cantano in inglese, si comportano come gli americani, vogliono apparire yankees, poveri deficienti, scemi italioti. Invece di essere fieri di appartenere ad una terra che ha dato i natali a tanti geni delle arti, mimano quei deficienti e ignoranti di americani. Questo TREND deve finire. Ne abbiamo le tasche piene!