24 mar – Siccome tra i miei clienti ne ho alcuni che fanno uso di droga , “leggera” o pesante non importa, e ho anche genitori che hanno la disgrazia incommensurabile di dover convivere con uno o più figli che fanno uso di stupefacenti seguo con interesse le iniziative (praticamente inesistenti) per il recupero e la cura delle tossicodipendenze e da anni (ma anche mio padre affrontava questi problemi che erano argomento di discussione in famiglia), per quanto mi è possibile, cerco anche di dare il mio contributo a questa vera e propria “guerra” contro la droga.
Se guardassimo i numeri verremmo presi dallo sgomento. Nelle scuole superiori si contano sulla punta delle dita coloro che NON hanno fatto uso di droga (ripeto: non importa di quali droghe perché non esistono le così dette droghe “leggere”). Questa corsa alla morte sembra ormai inarrestabile se si pensa che da noi, giorni fa, la prima regione, con una giunta di centro destra (sic) si noti bene, che ha introdotto l’uso della cannabis medica è stata la Regione Abruzzo (Presidente il forzitaliota Chiodi)….e lì hanno dato ad intendere che da anni e anni si facevano aspettare e soffrire i malati mentre era in corso la ricerca scientifica che riuscisse a isolare quelle sostanze chimiche efficaci alle cure e che non provocassero danni…secondo Johan A. Benson dell’Institute of Medicine (IOM), la ricerca sui cannabinoidi è in corso da anni e forse qualcuno degli elementi potrà anche risultare utile alla medicina ma è comunque -sentenzia lo stesso scienziato – impensabile “vedere nel futuro la sigaretta di marijuana da fumare come medicina”. Negli Usa ad esempio ci sono diversi farmaci contenenti dei principi attivi dei cannabinoidi come il Marinol che è in libera vendita dal 1985 e il Marinol non procura danni alla salute come invece produce la Cannabis.
Eppure nella Regione Abruzzo ( ma è la tiritera di tutti i sostenitori della libertà di drogarsi) si sosteneva che il Marinol fosse troppo lento ad agire e non efficace per tutti i sintomi. Tutto falso, in quanto in realtà la “cannabis medica” già esiste ed è proprio il Marinol, che riesce a veicolare dosi controllate di THC senza alcune delle controindicazioni dell’assunzione per inalazione (in altre parole, invece di usare farmaci ottimi e non nocivi, si è voluto legalizzare il consumo dello spinello libero, una vera e propria calamità).
Il discorso fatto per la Cannabis vale per tutte le altre droghe e vedremo come.
E la droga è legata al fenomeno della distruzione della famiglia cominciata con l’introduzione del divorzio: ricordo – ero un ragazzino – quando negli anni Sessanta e Settanta papà andava, insieme a don Luigi Stefani e al generale Acrisio Bianchini, nelle scuole – allora fu il Provveditorato agli studi a chiamarli – per mettere in guardia i giovani dai mercanti di morte. Ho ancora, in archivio, alcune delle “linee” delle conferenze di mio padre e don Luigi Stefani il quale ammoniva:
“Le manchevolezze dei genitori, l’incoerenza, la lontananza dagli ideali che li affascinano, si ingigantiscono ai loro occhi (degli adolescenti n.d.r). Il televisore, l’auto sportiva, le ferie all’estero, i pranzi fatti in un soffio con lo scatolame e le ricette lampo dei cibi preconfezionati, tutta l’efficienza dimostrata dal loro nido domestico, anzichè, come i genitori si aspetterebbero, far crescere la stima per la famiglia , cova nel ragazzo la reazione.
Si sente immediatamente solo, incompreso, comincia a nutrire risentimento, e spesso odio contro la famiglia e la società.
Non c’è che un’azione compensativa: intrupparsi in un clan , con giovani che, frustrati come lui, si sentono come lui, la pensano come lui, hanno gli stessi atteggiamenti di lui, si rivoltano a quelle che anche lui chiama ingiustizie e fanno come lui i confronti. Nasce il gruppo: il giovane isolato è debole, il giovane nel gruppo è forte!
La sua insicurezza trova una medicina, la sua esistenza inappagata e il suo tormento trovano nell’evasione del gruppo un rimedio.
Come meravigliarsi a questo punto se la droga completa il quadro , fornendo gli elementi chimici per facilitare l’evasione, il sogno represso, il conforto nella disperante situazione?
Si vuole tirare la conclusione cruda paradossale dopo questo esame? Eccola: la droga è la risposta alla sete di affetto e alla paura degli adolescenti.”
E alla paura degli adolescenti che entreranno in questi “paradisi artificiali” di morte si aggiunge il terrore dei genitori che si troveranno soli a dover lottare contro i cinici mercanti di morte che, buttandola in politica, cercheranno anche di darsi un tono di “rispettabilità” e si diranno “antiproibizionisti” per cui il male maggiore è prodotto non dal drogarsi, ma nel proibire la tossicomania.
“Il problema della droga è altrove, non nelle sostanze ma nelle leggi” afferma Marco Tardasch, già parlamentare radicalpannelliano, Consigliere Regionale toscano prima del PdL (sembra portato dall’On. Altero Mattioli) e ora, insieme al viceministro alla P.I., il ciellino Gabriele Toccafondi (omen nomen?), uno dei leader del nuovo centrodestra che segue, scodinzolante come un cagnolino, il Toccafondi che lo porta (come modello?) nelle scuole cattoliche a farsi propaganda elettorale.
Eh sì, quante pene, povero papà che vedevi avanzare i fantasmi di morte e la tua, la vostra battaglia, sembrava ormai vana per cui poteva ben scrivere don Stefani:
…Dio che ci tormenti e \ ci rubi la pace
le nostre vie \ divergono : \tu parli di mondi \ che non ci toccano, \ la nostra fame e sete \ vanno saziate \ quaggiù
abbiam fabbricato \ con le nostre mani \ bastioni di pietra \ e i paradisi ce li dà \ la droga \a piene mani
resta nel tuo cielo \ lasciaci in pace; \ il nostro secolo \ ride di te…
Già, nelle balere si cantava il ritornello di “Dio è morto” era il trionfo dell’uomo che voleva farsi Dio per superbia, di fronte a un Dio che per amore si era fatto uomo.
E quando si diceva che al divorzio sarebbe, inevitabilmente seguita, con la distruzione della famiglia, la droga, l’aborto, l’eutanasia, il matrimonio sodomitico…dicevano che eravamo terroristi e che non c’era un nesso tra il divorzio e la droga e l’aborto e l’eutanasia e il matrimonio gay…oggi avremmo preferito aver avuto torto e, invece, ahimè, avevamo invece ragione.
Avanzava dunque la morte “non vista non intesa” e si chinava sui giovani “con la sua lampada accesa”…
Nel 1996 a Torino i mercanti di morte gettano, finalmente, la maschera e fanno approvare dal Consiglio Comunale un ordine del giorno per cui bisogna legalizzare le droghe in quanto il vero problema è rappresentato dal proibizionismo…non ci si perita ad affermare chiaramente di voler legalizzare anche l’eroina : “Per quanto riguarda l’eroina -sentenziano Manconi e Pisapia – è ora che anche in Italia si avvii ,con rigorosissimi criteri scientifici, la sperimentazione di un programma terapeutico come quello che prevede la somministrazione controllata di sostanze stupefacenti”. In altre parole l’installamento della “stanza per il buco” dove, a spese dello stato, si somministra la morte.
A questa macabra proposta dà subito il suo entusiastico assenso il deputato di Forza Italia Marco Taradasch (poi da Consigliere Regionale toscano fonderà anche, con certo Massimo Lensi, GEL, Gay e Libertà, ovvero l’associazione della “destra” – sic – sodomitica ) per cui può iniziare la mattanza in quanto “Questa è la strada” .
A questo punto entra in azione il nostro eroe don LUIGI CIOTTI e – riportiamo testualmente le parole di archiviostorico.corriere.it -:
”L’ordine del giorno del Consiglio Comunale torinese segue una decisione della giunta, che alcuni mesi fa aveva approvato l’istituzione di una “agenzia” , promossa da DON LUIGI CIOTTI e il Gruppo ABELE , per gl’interventi nel campo delle tossicodipendenze con il compito di coordinare le varie istituzioni…negli interventi di RIDUZIONE DEL DANNO (leggi somministrazione gratuita dell’eroina n.d.r) E’ già in funzione a Torino …un camper attrezzato che frequenta i luoghi a rischio della città.”
Insomma don Luigi Ciotti già nel 1996, in accordo con le istituzioni torinesi, somministrava la morte nel camper del Gruppo Abele…E non c’è da meravigliarsi di questo prete che negli anni della contestazione sessantottarda – quando i seminari erano ricettacolo di sovversione e, secondo le drammatiche prove portate dal professore universitario di New York John Rao, di omosessualità – entrasse proprio nel seminario a Torino, il cui arcivescovo, il cardinale “rosso” Michele Pellegrino (affiliato alla setta massonica secondo la famosa Lista Pecorelli) …un seminario, tra i tanti, dove si insegnava che non esisteva il peccato e dove era “vitato vietare”….i frutti si sono visti dopo.
Era dunque don Ciotti un prete del Sessantotto che subito abbracciò l’insegnamento di don Milani per cui “L’obbedienza non è più una virtù” e si dette, anima (finché credette all’anima) e corpo alla causa degli ultimi secondo le regole di un filantropismo laico, privo di Carità cristiana, che, a poco a poco, diverrà una forma di comunismo- radicale e, infine, di “radical-ciottismo” portando il “nuovo verbo laicista” per cui, eliminata la colpa individuale (il peccato) la responsabilità di qualsiasi cosa ricadeva sulla società: era la società che veniva messa sotto accusa quando i delinquenti rapinavano le banche, quando i borseggiatori e gli scippatori facevano i loro colpi e quando i criminali comuni con la tessera della Sinistra andavano in giro, con la chiave inglese ad aprire i crani dei “fascisti” come fossero cocomeri di Rassina…
Dunque don Ciotti diventa un prete “di strada” o meglio “di marciapiede” affermando – a differenza di un altro santo prete come don Oreste Benzi che in strada andava davvero dai drogati e dalle prostitute invitandoli a “cambiar vita” e a non più peccare e dando loro la sua umana e cristiana solidarietà, come andava a recitare il S. Rosario fuori dalle cliniche dove si praticavano gli aborti o l’eutanasia – che “non si va in strada a insegnare ma ad apprendere, dimenticando che Gesù nelle strade del suo tempo non andava certo ad apprendere ma ad insegnare “…non chiamate nessuno maestro perché uno solo è il Maestro…la Via, la Verità e la Vita…” Gesù, Sommo Sacerdote, andava per le strade del suo tempo per rimettere i peccati in attesa del Giudice Supremo…altro che “chi sono io per giudicare…”
Negli anni Settanta don Ciotti, preso dall’anarchismo antiautoritario, retaggio del Sessantotto, inizia a formare gruppi alternativi al carcere e vuole addirittura abolire questa “struttura borghese”…poi questa moda decadde e don Ciotti allora, sulla scia dei preti operai (che però, con tutti i difetti, a differenza di don Ciotti, quelli lavoravano davvero…) iniziò a fare il tribuno : volete aiutare i drogati? E allora dategli la droga….e iniziò, sempre con grande fiuto degli affari, quel percorso che, lo vedranno nel 1996, lo porterà a fare il banditore e l’ antesignano della “stanza del buco”… a elargire i “paradisi artificiali”…
Così come lo stesso “prete di strada” aiuterà, dopo, sulla scia del suo compare e sodale don Gallo, le ragazze (non certo) ad uscire dall’aborto…anzi…così come aiuterà l’iter di tutte quelle leggi infami che hanno portato la società alla deriva attuale.
Nel frattempo don Ciotti riuscirà a insinuarsi nelle maglie del potere dell’”antimafia” (ricordate le parole del grande Leonardo Sciascia? “Volete scoprire chi sono i mafiosi? Andate a un corteo dell’antimafia”) costruendosi un potere faraonico finanziario (miliardi e miliardi e miliardi….) con la vendita dei beni sequestrati (giustamente) ai mafiosi e, graziosamente, dati alle cooperative gestite dalla sua “cupola”, ovvero Libera e le altre associazioni…qualcuno vorrà fare un’inchiesta su questi patrimoni e sul loro uso?
Come don Ciotti abbia trattato o tratti i suoi “dipendenti” è presto detto…i deprecati “padroni delle ferriere” ottocenteschi, al confronto, erano candidi filantropi…
Un episodio per tutti: Filippo Lazzara è un giovane lavoratore siciliano, impegnato nel sociale ed è ammaliato dal “populismo” chiacchierone di don Ciotti. Lazzara si può dir fortunato: in Sicilia, in questo periodo di crisi, (siamo nel 2010) lavora, con un contratto a tempo indeterminato, in un supermercato a Partenico. Si accorge delle infiltrazioni mafiose in quella azienda e, da persona che non ama l’omertà, dopo un colloquio con don Ciotti, si decide a denunziare il malaffare. Il prete professionista dell’antimafia lo rassicura: vedrai che, su al Nord, ci sarà un radioso avvenire anche per te. Nel 2011 parte la denunzia al supermercato in odore di mafia e Filippo segue don Ciotti in Piemonte impegnandosi nel lavoro in alcune delle migliaia di cooperative del tribuno rosso : “La Certosa”, “Associazione 15-15″ quindi in “Filo d’Erba”…finché si accorge che, in realtà, don Ciotti lo fa lavorare senza contratto, senza prospettive…chi sa che non rimpianga, nonostante tutto, il malaffare mafioso che, però, gli assicurava almeno uno stipendio sindacale regolare…tenta un colloquio con don Ciotti, il “padrino” dell’antimafia, ma invano….poi finalmente, nel marzo del 2011, ecco il confronto diretto con don Ciotti che degenera , ragion per cui il prete rosso passa alle mani e…ai piedi…e colpisce il ragazzo con una gragnuola di pugni e calci…mentre il poveretto, forzatamente, viene allontanato dalla scorta del ras dell’antimafia…
“Non lavoro più in nero per te”. Don Ciotti lo prende a ceffoni e pedate
Filippo al pronto soccorso (dieci giorni di prognosi) denunzia il tutto e il tribuno don Ciotti è costretto ad ammettere : “Mi sono saltati i nervi…”
“Oltre ad essere stato picchiato – commenta amaramente Filippo Lazzara – mi hanno fatto terra bruciata intorno…non so dove sbatter la testa. Lui è un intoccabile …Tutte le porte mi sono state chiuse in tutti gli ambienti. Don Ciotti è come il Papa. Ma ricevere i cazzotti dal Papa è una cosa che l’antimafia….”
Già, brutta esperienza “ricevere i cazzotti dal Papa”…forse ne sanno qualcosa i francescani dell’Immacolata che, mi risulta, siano tenuti “sotto sequestro” con …impossibilità di uscire dall’ordine…e c’è chi ha il coraggio di definire il Medio Evo come l’epoca dei secoli bui…forse anche per loro sarebbe il caso di rivolgersi all’antimafia?
Eppure avevamo letto da qualche parte che, secondo la Chiesa, quattro sono I PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO e cioè 1) Omicidio volontario; 2) peccato impuro contro natura (sodomia);3) oppressione dei poveri; 4) frode nella mercede agli operai.
Certo è facile fare i tribuni, i capipopolo ma…poi bisogna agire di conseguenza, essere coerenti se si vuol essere buoni cristiani e, maggiormente, se si vuol dare lezioni ad altri o, addirittura, fare il processo alla Chiesa che avrebbe aiutato l’oppressione dei poveri o le mafie con il suo “silenzio”….fino all’avvento di Bergoglio come, soavemente, ha affermato proprio don Ciotti alla presenza del papa…
Il fatto di Stefano Lazzara come si può configurare se non come un’oppressione dei poveri ovvero un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio? E il non voler regolarizzare la situazione di una persona rispetto al proprio lavoro non è forse frodare gli operai della loro giusta mercede? Mi si dirà che, ormai, nella nuova “chiesa conciliare” queste cose sono ormai desuete, non si insegnano più…è la prassi o…l’ortoprassi…del resto anche don Ciotti a una precisa domanda di Vittorio Zincone sul matrimonio sodomitico (“Lei è favorevole ai matrimoni gay?”) non ha forse risposto di esserlo? “Non mi irrigidisco sui termini – ha sentenziato il tribuno rosso – ma sono radicale nel chiedere che a tutti e a ciascuno vengano riconosciuti gli stessi diritti. Deve valere per le nostre chiese, ma è obbligatorio, senza se e senza ma, per lo Stato di diritto”.
E la sodomia non è forse un altro dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio?
Sempre a Giuliano Zincone che gli faceva una domanda sull’eutanasia Don Ciotti ha risposto di essere, naturalmente, favorevole e che anzi ”sono stato vicino e continuerò ad esserlo alla famiglia Welby”…la stessa famiglia che aveva deciso di dare la morte (lui consenziente) a Piergiorgio Welby al quale, giustamente, la Chiesa rifiutò il funerale religioso….
Che cos’altro è l’eutanasia se non un “omicidio volontario” ovvero la morte somministrata, per di più, a una persona gravemente invalidata e oppressa dai pensieri e dalla solitudine…altro dramma conseguente alla dissoluzione delle famiglie…E anche l’omicidio volontario ( e quindi, a maggior ragione, l’eutanasia) è un altro dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio…ovvero i quattro peccati più gravi di tutti gli altri che provocano la morte del’anima….
Un giudizio di don Ciotti sul processo di “beatificazione” di don Tonino Bello? “Occorrono due miracoli per la beatificazione di don Tonino? Ci sono! Il primo è stato l’elezione di Vendola a governatore della Puglia; il secondo, la sua rielezione.”
Il libro-vangelo preferito da don Ciotti è “Colti da stupore” di Carlo Maria Martini, il gesuita Maestro di papa Francesco, un libro che ti fa “respirare aria fresca…a cinquant’anni dal Concilio”, un concilio che ha rivoluzionato tutto e che porta don Ciotti ad affermare di non vedere nulla di male se un vescovo si dichiarasse gay (“Alla faccia dei Comandamenti divini e…dei quattro peccati che gridano vendetta la cospetto di Dio”) anzi “l’importante è vivere la propria dimensione in modo trasparente”.
E’ chiaro dunque che per don Ciotti i così detti “princìpi non negoziabili”, ovvero quelli che attengono al “diritto naturale” come la difesa della vita dalla nascita alla morte naturale, appunto, non solo non esistono…ma sono un non senso…per lui non esiste il peccato…e basta …e i politici davvero “in gamba”, quelli capaci di ascoltare le sue “istanze” sono : “Romano Prodi che è anche un amico. Bruno Tabacci e Livia Turco….”
Ma anche la presidentessa della Commissione Antimafia Rosy Bindi, il sindaco di Roma Ignazio Marino, alias dottor Morte, quello che ha dedicato la vita a…far fuori gli altri…ovvero i più deboli, i più indifesi come i bambini non nati (aborto) o come gli anziani, gli handicappati, i malati terminali (eutanasia); e ancora il Presidente del Senato Pietro Grasso, il Giudice Gian Carlo Caselli…tutta gente che ha fatto corona intorno ai due personaggi del giorno: papa Bergoglio e don Luigi Ciotti che sono arrivati, mano nella mano, su una Ford Focus, il papa con la talare bianca e il Ciotti con maglione (“Non ho mai indossato una giacca e non vedo perché dovrei farlo ora con il papa…si adegui lui” ha dichiarato il prete da marciapiede) tra l’entusiasmo della folla che li ha accolti con comparsate e lancio di palloncini e coriandoli e schitarrate …un tripudio che conferma, nonostante le chiese vuote e i confessionali ormai inesistenti, Bergoglio uomo dell’anno con copertina del “Time” del “Vanity Fair” del “Rolling Stone” e della rivista gay (“chi sono io per giudicare?”) “The Advocate” ora…icona dell’antimafia e in attesa di ricevere l’ambita onorificenza che sta arrivando da “Fortune”, la rivista economica del mondialismo americano che ha dichiarato Francesco l’uomo più importante e influente del pianeta.
Ma non ci fu qualcuno che disse “Siate nel mondo ma non del mondo?”…Il Vangelo? Mah sì, cose passate da “pelagiani” e “criptolefebvristi”
Sì , ha detto papa Bergoglio, ai mafiosi, cambiate vita, convertitevi…Già, convertitevi, cambiate, altrimenti andrete all’inferno…all’inferno? Allora l’inferno esiste? E dire che una tra le accuse fatte ai francescani dell’Immacolata tenuti, come i corpi del reato, “sotto sequestro”, era proprio quella di aver fatto credere che esistesse davvero l’Inferno e anzi di aver effettuato proprio a Firenze, nel Salone del Ghirlandaio in Ognissanti (prima che anche quel Convento fosse “normalizzato” e i frati colpevoli di troppa “ortodossia” deportati) un convegno di cui sono stati pubblicati gli atti!
Non si era detto “Chi sono io per giudicare?” Non si era dato il “libera tutti” ? Non si era data l’impressione di proclamare il “FUTTI, FUTTI, CA’ DIO PERDONA A TUTTI?”
Del resto un personaggio che potrà piacere o non piacere ma sulla cui ortodossia (comunista) nessuno può avere dei dubbi, Giorgio Napolitano, lo stesso che, coerentemente, aveva applaudito i carri armati sovietici che schiacciarono sotto i cingoli ogni anelito di libertà del popolo Magiaro (trentaduemila morti tra studenti e operai , che lui definì “teppisti”, assassinati dalla normalizzazione rossa) ma che, per il nostro presidente novantenne, andarono lì : “per fermare l’aggressione imperialista nel Medio Oriente” e per : “impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione” non ” a difendere solo gl’interessi militari e strategici dell’URSS ma a salvare la pace nel mondo”., ebbene Napolitano, ha compreso, prima di tutti gli altri, la “svolta epocale”, in campo etico, di questo papato e ha giocato d’anticipo, sollecitando il Parlamento ad approvare una legge sull’Eutanasia e ce ne parla uno dei più illustri aedi del Regime, Aldo Cazzullo (omen nomen anche lui?) che coglie al volo la mossa di Napolitano e il precedente ammiccamento di papa Francesco per cui (Udite! Udite!):
“L’Italia è l’unico Paese dell’Occidente a non avere una legge sulle unioni civili…(leggi matrimoni gay n.r.c.) e sul fine vita…(leggi eutanasia n.r.c.) . Il Presidente Napolitano ha già sollecitato il Parlamento a intervenire. Sulle unioni civili e sul testamento biologico la Chiesa ha dato segnali di apertura al dialogo, a cominciare dal superamento stesso dell’espressione stessa di “valori non negoziabili”, come ha chiarito papa Francesco nell’intervista al “Corriere della Sera” … Finora i partiti hanno affrontato i temi etici più come una bandiera da sventolare che come una questione da risolvere…Il clima politico di questa legislatura…permette di proseguire lungo altre strade cui serve un consenso ampio…è possibile anche superare la rigidità di regole che rendono stranieri in patria i figli degli immigrati…(leggi discorso di Bergoglio a Lampedusa n.d.r.)”- Cfr. Aldo Cazzullo in “Dialogo sereno senza ideologie” su “Il Corriere della Sera” del 20 marzo 2014.
Qualcuno che comincia ad avere i capelli bianchi ricorderà la cosìddetta “Repubblica conciliare” che già si stava delineando negli anni Sessanta e Settanta?
A Napolitano risponde indirettamente quel Toti nominato da Berlusconi suo “Consigliere”, che già aveva fatto sapere “urbi et orbi” che lui (vale a dire il centrodestra), in effetti era per il “divorzio breve”, alla giacobina per intendersi, il matrimonio che si scioglie così, alla buona, da mane a sera, sotto gli alberi della Libertà…quindi parlerà più chiaramente e a chi gli domandava un giudizio sulla “mossa” del Presidente Napolitano e sul nuovo corso della Chiesa di papa Francesco, sui così detti diritti civili ,rispondeva (cito a memoria) : “…Certo che siamo disponibili a prendere in considerazione i patti di solidarietà e il “fine vita” (eutanasia n.r.c.) dopo che papa Francesco ha fatto cadere quella barriera, quel muro che impediva il dialogo tra le varie forze…su quelle posizioni anacronistiche sono rimasti solo i tradizionalisti del Nuovo Centro Destra….”
Stiamo freschi: Bondi, probabilmente affetto da un’ennesima crisi ormonale onanista, aveva, anni fa, rinnegato, dopo aver rinnegato i suoi trascorsi veterocomunisti, la sua precedente posizione a favore della vita e aveva dichiarato: “Ma qui stiamo impazzendo…ci facciamo scavalcare a sinistra dal Cardinal Martini….”
C’era stata la posizione di Gaylan che aveva fatto sapere all’universo mondo che lui le unioni civili le schifava perché era più avanti (unioni tra umani e animali?) e che parteggiava per le nozze…con conseguenti annessi e connessi di uteri in affitto etc. etc.
Quindi Capuzzone aveva tuonato che nel centrodestra ci doveva essere spazio per tutti…anche per quelli come lui e il suo sodale Taradasch…
La Mara Carfagna aveva annuito e si era gettata alla sbaraglio in difesa dei diritti (in)civili….
Dudò aveva prepotentemente abbaiato e passato la parola a Stefania Prestigiacomo che aveva rivendicato il suo pionierismo in queste “battaglie” a tutto fuoco…
Quindi il Toti nostro aveva trovato la sintesi : “Ora siamo tutti fratelli! Viva Francesco!”
E l’esercito dei “tradizionalisti” da chi sarebbe rappresentato? Da quei retrogradi -parola totesca- di Alf(u)mo, la Quagliarella, quello che si presentava in costume adamitico al cospetto del vate Pannella, il “nuovo crociato” Taradasch, il “ragazzo che vinse a Lepanto” Magnolfi, il rappresentante del nuovo che avanza Cicchitto, Mario Lupi, il fratello brutto della figlia di Fantozzi, il cui sedere ha vinto il “Premio Vinavil” per essere rimasto sempre attaccato alla seggiola…il suo sodale, l’ultratrombato Toccafondi, tempra eccelsa di teologo e filosofo, tanto da meritare da Renzi – con il quale ha in comune, insieme a Taradasch, il merito di non aver lavorato un’ora nella sua vita – il sottosegretariato alla P.I….accompagnati da una masnada di “vecchi ottoni” che non si decidono a raggiungere il cimitero degli elefanti….
Voi capirete bene quale battaglia sia possibile fare, con queste truppe, in difesa del Diritto naturale…contro l’aborto, il divorzio, la droga, l’eutanasia, le unioni gay, il “gender”…avevamo un’arma ed era quella della preferenza e ce l’hanno tolta (Destra- Centro- Sinistra) presentandoci una legge truffa per cui lorsignori porranno (s)governarci non con il cinquanta per cento più uno dei voti ma con…il trentasette…
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Dunque il papa si è presentato, come già detto, a Roma, mano nella mano a don Ciotti, per ricordare le vittime della mafia…ed è lecito pensare che ormai l’unico peccato esistente sia quello di “mafia”…però dovremmo intenderci: non è un mafioso lo spacciatore di droga, attività- lo sappiamo bene- in mano alle cosche? E non sono mafiosi i vari “Dottor Morte” che con le loro lobby falcidiano le vite dei nostri “ultimi”, ovvero i bimbi non nati, gli ammalati terminali, gli handicappati, gli anziani non auto-sufficienti?
Non sono mafiosi quelli che favoriscono la lobby gay distruggendo le famiglie e uccidendo l’anima dei nostri figli che vengono “ammaestrati” (Ricordate l’altra mammana Fornero?) nelle scuole pubbliche onde creare degli “invertiti dello spirito” per cui non si nasce uomo o donna ma si è quello che ci impongono le convenzioni sociali e la società?
Eppure il papa ha parlato, e stavolta ha parlato chiaramente, senza possibilità di fraintendimenti : “La droga è un male, e al male non si addicono cedimenti. Le legalizzazioni anche parziali, oltre ad essere quanto meno discutibili in rapporto all’indole della legge, non sortiscono gli effetti che si erano prefissate…ogni azione che favorisca la diffusione o il consumo di droghe rappresenta una complicità moralmente grave con i cartelli (mafie n.r.c.) che traggono vantaggi esorbitanti, financo e più largamente economici, dal commercio che essi realizzano…la serena convinzione dell’immortalità dell’anima, della futura resurrezione dei corpi e della responsabilità eterna dei propri atti, è il metodo più sicuro anche per prevenire il male terribile della droga, per curare e riabilitare le sue povere vittime, per fortificare nella perseveranza e nella fermezza sulle vie del bene”.
Ma che sbadato…ho sbagliato…e ho riportato, virgolettate, le parole del Beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI…e me ne scuso subito…anche se, ormai, penso sarà troppo tardi per non attirare sulle mie povere spalle di medico di base l’accusa di “pelagianesimo” e di “criptolefevrismo” e, conseguentemente, quella “tenerezza” francescana che si manifesta in sonore legnate distribuite dagli squadristi conciliari, non importa se in tonaca o in orbace. BUONASERA.
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Invano ho atteso una e-mail di Corradino e, ogni tanto, apro la posta del computer…ma niente di niente… mi è arrivata proprio oggi, indirizzata a Corradino, la rivista “Fides Catholica”(Anno VIII N.13 pagg.300) dell’Istituto Teologico “Immacolata Mediatrice” diretta da p. Serafino M. Lanzetta con articoli di P. Lanzetta, Giuseppe Brienza, Suor Cecilia M. Pia Manelli, Marco Bracchi, Sabatino della Rovere…mi immergo nella lettura a cominciare dal fondo del p. Serafino che, a differenza del don Milani, titola “L’obbedienza è ancora una virtù”…comprendo ora tante cose…quindi inizio a leggere un saggio di Giuseppe Brienza: ”Pietro Fiordelli, testimone e padre della pastorale familiare italiana”…un personaggio che papà sempre citava e che Corradino considera una sorta di “Santo”…andrebbe diffuso, ora che è messo in discussione il matrimonio cattolico, questo saggio “brienziano”..e poi, poi, la mia passione – e, soprattutto quella di Corradino – la Massoneria, in un lungo articolo di p. Paolo Siano :” Saggio sulla stampa massonica inglese e statunitense del Secolo XIX tra anticlericalismo ed esoterismo”…ringrazio Iddio che, nonostante tutto, da qualche spiraglio, ci fa arrivare ancora la sua voce.
.Fantasie dell’Avvocato fiorentino Julo Alberto junior Scopetani