Ebola, Sbai: “In Europa il rischio è dietro la porta”
“L’epidemia di Ebola che sta flagellando l’Africa occidentale è un incubo che ritorna e va fronteggiato anche in maniera preventiva. Sui media francesi e anche nel mondo arabo la notizia gira velocemente e c’è grande preoccupazione per un possibile ‘sbarco’ del virus in Europa tramite gli arrivi ormai massicci sulle coste italiane e non solo. Nei primi tre mesi dell’anno sono infatti sbarcati oltre diecimila migranti da tutta l’Africa, di cui 1200 solo la settimana scorsa, e sulla base di queste notizie occorre prestare attenzione massima, perché il rischio di contagi silenziosi è altissimo. In Italia si può lanciare l’allarme su questa bomba batteriologica oppure c’è censura anche su questo?”. Così Souad Sbai, ex parlamentare e presidente di Acmid Donna, sull’epidemia di ebola che si sta diffondendo in Africa e che rischia di diffondersi in Europa.
“Il sistema di gestione dei flussi migratori è come un ascensore che porta un peso definito di persone, sovraccaricandolo in preda al buonismo si rischia il crollo dell’intera struttura. Necessitano protocolli di controllo sanitario più stringenti almeno per questo periodo in cui il rischio di contagio è assai alto e l’Europa, – prosegue Sbai – che tanto si spende nel sanzionarci quando sbagliamo, intervenga per frenare questa emorragia di sbarchi e per capire come mai in Libia le carovane di migranti passino indisturbate tramite un corridoio quasi volutamente privilegiato, quando nemmeno un gatto passa inosservato alle loro frontiere.
Ministro e Viceministro degli Esteri si attivino per tenere sotto controllo la situazione e mettere in sicurezza per primi gli operatori che accolgono i migranti, al fine di tutelarne la salute. Per chi non lo sapesse – conclude Sbai – la febbre emorragica Ebola uccide il 90% dei contagiati: chi vuole nascondere anche questo rischio, come si fece per gli estremisti in Nordafrica durante le rivoluzioni, si assume anche tutta la responsabilità di eventuali conseguenze”.
Ormai la comunità scientifica è solita vedere o non vedere le cose, parlarne o tacerne, secondo le direttive più o meno politiche e più o meno economiche del momento. Non vedo perché dovrebbe fare un’eccezione in questo caso. I padroni ordineranno di parlarne? Ne parleranno con toni apocalittici. I padroni ordineranno di non saperne nulla o addirittura di sminuire? Taceranno o professeranno ignoranza con la massima disinvoltura, come ormai accade da decenni. L’ignoranza diffusa permetterà loro di conservare intatta la loro (fasulla) credibilità.