22 mar – La querelle sui compensi dei manager pubblici con il botta e risposta con l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti e la conferma che il taglio arriverà. E l’affondo del leader degli industriali Giorgio Squinzi pronto a lasciare l’Italia per il peso della burocrazia. Mentre a Bruxelles il premier Matteo Renzi è impegnato a mostrare il ‘verso nuovo’ che sta prendendo il Paese in Italia scoppia più di una grana.
Manager ferrovie dello Stato ( 850mila euro l’anno): se mi tagliano lo stipendio vado via
“Lo Stato può fare quello che desidera – ha detto Moretti – sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto” commentando l’ipotesi di riduzione dei compensi per i super-manager. A chi gli chiedeva se in caso di un taglio della sua retribuzione potesse considerare l’ipotesi di andarsene Moretti si è limitato a replicare: “ma non c’è dubbio”. Il manager delle Ferrovie ha spiegato di guadagnare “850 mila euro l’anno, il mio omologo tedesco ne prender tre volte e mezzo tanti: siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire, non dico alla tedesca e nemmeno all’italiana, ma un minimo per poter fare sì che i manager bravi vengano dove ci sono imprese complicate e dove c’è del rischio ogni giorno da dover prendere”.
Per Moretti insomma “ci sono forse dei casi da dover rivedere ma la logica secondo cui uno che gestisce un’impresa che fattura” oltre 10 miliardi di dollari l’anno, “come la nostra, debba stare al di sotto del presidente della Repubblica è una cosa sbagliata. Sia negli Stati Uniti che in Germania, sia in Francia che in Italia il presidente della Repubblica prende molto meno dei manager delle imprese”. Ma da Bruxelles Renzi ha confermato l’intervento dicendosi “convinto che quando Moretti vedrà la ratio sarà d’accordo con me”.
Querelle che sembra chiusa dallo stesso ad di Ferrovie: “Di Renzi mi fido”, ha detto, salvo poi rilanciare in una intervista ai quotidiani: “Io guadagno meno di Santoro” ha detto al Corriere della Sera, sottolineando che il suo compenso è già stato tagliato del 50%. Mentre alla Stampa rivendica i suoi successi di manager: “I sacrifici richiesti a tutti io li ho fatti – dichiara – non mi sono mai lamentato ma faccio notare che prendo la metà del mio predecessore che ha lasciato due miliardi di perdite mentre io le Ferrovie le ho riportate in utile. Sono contrario ai tagli lineari, l’azienda va gestita al meglio o le perdite ricadono sui cittadini”.
Ma il fronte per il premier resta aperto anche con Confindustria: ”Anche oggi mi hanno offerto il Canton Ticino per il nuovo head quarter aziendale -ha detto Giorgio Squinzi – se le lungaggini burocratiche mi fanno aspettare 4-5 anni, ci penso”. Intervistato dal governatore Roberto Maroni che gli chiede sorridendo di evitare Squinzi risponde: ”No, no, ci penso…”
Per come fa funzionare le ferrovie,io all’estero lo avrei spedito gia da un pezzo;per cio che riguarda lo stipendio,la meta sarebbe gia troppo !!!
io vorrei sapere che rischio corre il super manager??? quello di far pagare alla collettività gli errori che fa? Propongo che il giornale istituisca una colletta per il poveretto al fine di agevolargli lo sforzo di passare da una azienda Italiana ad una Tedesca. Ma poi siamo così sicuri che l’estero ce lo invidi? perchè non mi risulta che le ferrovie Italiane vadano così bene da essere invidiate, ma sicuramente sono io che sono male informato.