Mafia, Londra nega estradizione di un latitante: carceri italiane inadeguate

rancadore18 mar – Domenico Rancadore, accusato di mafia e arrestato lo scorso agosto a Londra, non sarà estradato in Italia perché il sistema carcerario in Italia non offre le adeguate garanzie per il trattamento dei detenuti. Rancadore è stato rilasciato dietro cauzione (20mila sterline), in attesa che venga predisposto un appello. Dovrà vivere nella sua casa londinese di Uxbridge, comunicare con la vicina stazione di polizia ogni giorno e indossare il braccialetto elettronico.

“Il professore” vince una battaglia legale con la giustizia italiana. La Westminster Magistrates’ Court di Londra ha deciso oggi di non procedere all’estradizione in Italia di Domenico Rancadore, accusato di mafia e arrestato lo scorso agosto nella capitale britannica dalla polizia inglese su indicazione di quella italiana dopo 20 anni di latitanza. Si è arrivati alla sentenza dopo che il giudice ha ribaltato la sua posizione e ammesso che il sistema carcerario in Italia non offre le adeguate garanzie per il trattamento dei detenuti.

Eppure il magistrato, Howard Riddle, aveva già fatto una bozza di sentenza che andava in senso opposto e avviava il latitante Rancadore verso il ritorno in Italia. Ma ha poi cambiato idea, basandosi su un caso precedente che riguarda il tribunale di Firenze e Hayle Abdi Badre, un cittadino somalo a cui non è stata concessa l’estradizione in Italia per il rischio di subire trattamenti inumani e degradanti nel sistema carcerario nazionale. Come con Badre, quindi, è stato invocato dalla corte inglese l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, uno dei più usati nelle cause di estradizione. –

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