15 mar – Il premio nobel italiano per la letteratura Dario Fo, il vescovo di Mazara del Vallo Monsignor Domenico Mogavero, lo scrittore Paolo Rumiz e il cantautore Francesco Guccini sono alcuni dei firmatari di un appello di solidarietà con “numerosissimi siriani” che tre anni fa “sono scesi in piazza nel 2011 domandando libertà, dignità e pari opportunità e per questo massacrati dal regime”. Promosso dallo scrittore italo-siriano Shady Hamadi e sostenuto dall’associazione giornalistica Articolo21, l’appello denuncia il “silenzio assordante dell’Occidente”, in particolare “nei primi dodici mesi della rivoluzione siriana, quando le milizie fondamentaliste non avevano ancora fatto irruzione, salvifiche per il regime, dall’estero”.
In occasione del terzo anniversario dello scoppio della rivolta anti-regime, repressa nel sangue e poi trasformatasi in guerra civile, i firmatari dell’appello – tra cui figurano tra gli altri l’islamologo Paolo Branca della Cattolica di Milano, Antoine Courban dell’università gesuita di Beirut e Fra Claudio Monge, teologo delle religioni a Istanbul – si dicono “consapevoli del fondamentalismo religioso che oggi è presente nel paese e che è rifiutato dagli stessi siriani liberi, in quanto a loro estraneo e nemico tanto quanto il regime”. “Ma sappiamo – affermano – anche che le passate complicità e connivenze del regime siriano con il qaedismo iracheno hanno creato quel torbido intreccio di opposti estremismi indispensabili a salvare il regime, alimentando e foraggiando una rivoluzione controrivoluzionaria”. In ultimo, l’appello invita a sostenere “la società civile libera e democratica della Siria” e chiede che il contestato presidente Bashar al Assad “venga processato per crimini di guerra e contro l’umanità”.
(ANSAmed).
Continua la vergogna della diffusione di notizie false e la cretineria e disonestà per partito preso oppure il rincoglionimento per l’età (vedi Fo) di pseudo intellettuali un tempo legati allo stalinismo o all’estremismo ecclesiastico dei più
conservatori attori vaticani.
Male che tali posizioni vengano diffuse e difese da organi presuntamente democratici.