11 mar – Una sorta di “Premio Nobel islamico” per la scienza e la tecnologia sta nascendo a Teheran per rivolgersi ai paesi musulmani del mondo e, dichiaratamente, anche a quelli della fascia sud-orientale del Mediterraneo. La conferenza stampa di presentazione del Mustafa Science and Technology Prize, intitolato a uno dei 201 epiteti (“il prescelto”) del profeta Maometto, si è svolta oggi al Parco tecnologico Pardis di Teheran, la cosiddetta Silicon valley iraniana. Il premio, è stato sottolineato in un testo presentato ai giornalisti, si prefigge sia di creare una “piattaforma” in cui scienziati e specialisti tecnologici di paesi musulmani “possano presentare le loro più recenti realizzazioni”, sia di “aumentare” la “collaborazione scientifica e tecnologica nel mondo islamico”.
Il riconoscimento, dotato di 500 mila dollari, oltre che di una medaglia e un attestato, verrà consegnato dal Pardis in tre settori: Scienze della vita e medicina, “nanoscienze” e nanotecnologie, tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Un quarto premio verrà assegnato al progetto del ”miglior scienziato musulmano”. Mentre per le tre prime categorie i candidati dovranno essere cittadini di un paese musulmano, per concorrere al “Mustafa” per il miglior scienziato basterà essere di fede islamica. Le università, accademie, centri di ricerca e parchi tecnologici che pre-selezioneranno i candidati sono 257, è stato precisato in conferenza stampa rimandando ad un lista di questi istituti contenuta nel sito del premio (www.mustafaprize.org).
Il termine per presentare le candidature a tali istituti per la prima edizione del premio è il 14 giugno prossimo. La cerimonia di premiazione avverrà tra il 4 e il 9 gennaio e sarà accompagnata da una serie di eventi tra cui un Festival di cinque giorni “della Scienza e della tecnologia dei paesi islamici”.
La definizione di “Premio nobel per il mondo islamico” è stata usata oggi dal presidente del Pardis, Mehdi Safarinia, il quale ha sottolineato come gli scienziati musulmani siano spesso “sottovalutati” mentre meritano un adeguato riconoscimento per il loro “eccellente lavoro”. Ad una domanda di ANSAMed sul potenziale scientifico del Mediterraneo in relazione al premio e sul messaggio che il comitato promotore vuole lanciare agli stati rivieraschi, in conferenza stampa è stato detto che parte dei “paesi del Mediterraneo sono musulmani: ci piacerebbe che i media li informassero” e che scienziati di queste nazioni “partecipassero a questo evento”. Il premio sembra avere solide basi: è stato sottolineato che la Banca islamica di sviluppo (Idb), il “maggiore istituto di credito del mondo islamico”, ha deciso di finanziare la costruzione e il mantenimento di un edificio in Iran dove insediare il Mustafa Prize. (ANSAmed). (di Rodolfo Calò)