11 mar – “La Chiesa può trovare una nuova strada affinché un divorziato risposato, dopo un periodo penitenziale, venga riammesso ai sacramenti. La mia non è una posizione lassista, bensì che intende riconoscere come tramite la penitenza chiunque può ricevere clemenza e misericordia. Ogni peccato può essere assolto. Infatti, non è immaginabile che un uomo possa cadere in un buco nero da cui Dio non possa più tirarlo fuori”. Lo ha affermato il Cardinale Karl Kasper, in una intervista a “Repubblica”.
“E’ il Papa a chiedere dibattito, anche se c’è chi vuole fermarlo”, ha ammonito Kasper. Sottolineando che se è vero che “la dottrina non può essere cambiata” ma “esiste uno sviluppo della dottrina che va sempre tenuto in considerazione” e “occorre anche distinguere bene fra ciò che è dottrina e ciò che invece è disciplina” e “la disciplina può cambiare quando le situazioni mutano”.
Come accadde appunto “in merito ai divorziati risposati, ad esempio, quando fra il Codice del 1917 e il nuovo del 1983 ci sono sviluppi nella disciplina importanti. E, dunque, oggi si può ulteriormente fare nuovi passi in merito”. E aprire alla Comunione ai divorziati oggi “non è contro la morale né contro la dottrina, ma piuttosto afavore di un’applicazione realistica della dottrina alla situazione attuale”.
“La Chiesa – ha ammonito il Cardinale nel solco delle predicazioni di Papa Francesco- non deve mai giudicare come se avesse in mano una ghigliottina. Piuttosto deve sempre lasciare aperto il varco alla misericordia, una via d’uscita che permetta a chiunque un nuovo inizio”.
Più in generale, ad un anno dall’inizio del Pontificato Bergoglio “penso – ha affermato Kasper- che si sia definitivamente aperta la fase della piena ricezione del Vaticano II”. E d’altra parte “l’idea di una Chiesa povera per i poveri tanto cara a Francesco, è già presente nei testi del Concilio, seppure per anni il tema sia stato poco sviluppato”.