8 mar. – “E’ un atto forte che sancisce un diritto fondamentale e incontrovertibile per le donne: quello della liberta’ di scegliere della propria vita e del proprio corpo, con un’assistenza sanitaria adeguata, come prevede la legge”. Cosi’ il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commenta la risposta del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa al reclamo collettivo, presentato da oltre un anno dalla Cgil insieme ad altre associazioni, tra cui l’associazione non governativa ‘International Planned Parenthood Federation European Network’ (Ippf).
Una risposta, fa sapere la Cgil, che sancisce come “l’Italia violi i diritti stabiliti dalla legge 194, l’obiezione di coscienza non puo’ impedire la corretta applicazione della norma“. Secondo la leader della Cgil “che proprio oggi, nella Giornata internazionale della donna, il Comitato europeo dei diritti Sociali del Consiglio d’Europa abbia ufficialmente riconosciuto la violazione dei diritti delle donne che intendono interrompere la gravidanza, ha poi un grande valore, anche simbolico.
A dimostrazione che i diritti non sono irreversibili e che, specialmente quando vengono messi in discussione con tanta perseveranza, richiedono altrettanta determinazione. E’ questo – conclude Camusso – il messaggio piu’ significativo che possiamo oggi trasmettere alle giovani generazioni”. (AGI) .
Ma al diritto del nascituro non ci pensa? E’ proprio vero che bisognerebbe mettersi nei panni dell’altro (il bambino che viene tagliato a pezzettini) prima di parlare….
perché il diritto alla vita non deve esserlo? Più che diritto all’aborto, diventa un OBBLIGO.
La donna sindacalista lo vada a raccontare alle donne precarie o disoccupate che il bambino lo vorrebbero tenere MA SONO POVERE perché i difensori dei deboli come lei NON SONO MAI STATE CAPACI DI INTRODURRE UN REDDITO DI CITTADINANZA
brava, abbiamo un altra bonino, una tecnica della pompa … assassine !!!!!!!
Ma costei non dovrebbe occuparsi di lavoro e disoccupazione?
Sempre la solita solfa sinistrosso&comunista: distruggere la famiglia come recitano i sacri libri del marxismo. I figli non devono essere educati dai genitori ma dallo stato il quale li educa conforme le regole del laicismo e ciò che conviene al potere dominante (le oligarchie finanziarie).