MANIFESTO PER LA SOVRANITA’ – Un incontro programmatico-organizzativo promosso dal “GruppoEconomia Ferrara” e “Progetto Verità” di Bologna, con la partecipazione di personalità di altissimo profilo professionale sul piano economico e storico; hanno partecipato anche esponenti dei due gruppi di studio ha dato vita ad un Manifesto per la Sovranità I nomi dei relatori (in ordine alfabetico, inclusi esponenti gruppi di studio) :
Dott. Daniele Basciu Dott. Marco Cattaneo Geom. Alberto De Carli Dott. Antonino Galloni Prof. Claudio Moffa Prof. Antonio Maria Rinaldi Dott. Paolo Tanga Dott. Gian Luigi Ugo Dott. Giovanni Zibordi
Tutti convengono sul fatto che è necessario creare un “Laboratorio” d’idee e di pensiero, aperto al contributo di tutti coloro che ne condividono le finalità, avente come riferimento comune il raggiungimento per l’Italia della piena Sovranità Monetaria ossia della capacità, che deve appartenere a tutti gli Stati “Sovrani”, di potere emettere/coniare la propria moneta. Osserviamo che, insieme agli altri Stati utilizzanti l’€., quello Italiano è noleggiatore della valuta ”euro” (emessa in regime di monopolio dalla BCE) e non emette valuta propria, tranne un minimo quantitativo consistente nelle monete metalliche, il cui volume è peraltro deciso dalla BCE stessa.
Già sappiamo, inoltre, che in ambito UE diversi Stati fra cui la Gran Bretagna, detengono il diritto/dovere, d’emettere la propria moneta sancito, tra l’altro, dagli articoli 139 e 140 del trattato unificato Maastricht – Lisbona, il quale prevede per chi lo richieda lo status di “Stato in deroga”. Gli U.S.A. lo hanno inserito nella loro Costituzione, nell’Agricultural Adjustment Act del 1933, che prevede che il Presidente possa avvalersi dell’ordine esecutivo 11110 (ordine esecutivo firmato il 4 giugno 1963 dal presidente degli Stati Uniti John Kennedy).
Essendo titolare della sovranità fiscale (la capacità d’imporre tributi) LO STATO POTREBBE emettere e spendere in regime di monopolio certificati di credito fiscale, utilizzabili dai cittadini e dalle imprese come mezzo di corresponsione della fiscalità. Controbilanciando così la restrizione di liquidità, derivante dalle politiche monetarie imposte dalla BCE e dalla UE. Detti certificati, spesi in deficit dallo Stato, sarebbero oggetto di scambio nel settore privato, che li accetterebbe, li scambierebbe, ne tratterrebbe una parte come risparmio.
Per il raggiungimento di questo ambizioso, quanto naturale, obiettivo sono state delineate durante l’incontro-dibattito ALCUNE strategie, aventi modalità e tempi di realizzazione transitori l’obiettivo finale.
Queste le principali : 1) Introduzione di CCF Certificati di Credito Fiscale 2) Introduzione di BOT fiscali (Mosler bonds) 3) Nazionalizzazione di una Banca creando la banca pubblica dei cittadini 4) Separazione fra Banche speculative e Banche di credito ordinario 5) Stop alle privatizzazioni prebende – ri-statalizzare le Aziende strategiche 6) Emissione monetaria affidata allo Stato, dentro o fuori dall’euro. 7) Sostituzione d’imposte con un prestito allo Stato. Esse corrispondono ad altrettante soluzioni che hanno il duplice scopo d’ottenere : un significativo miglioramento della comatosa situazione economica che da anni travaglia il nostro Paese, progresso ottenibile in un paio d’anni; Il vantaggio di concedere una via praticabile per conseguire l’uscita “morbida” dall’euro.
Negli allegati, un’ampia descrizione di queste possibili soluzioni e di altre ancora.
Tali strategie di breve periodo sono pensate come intervento “d’emergenza” propedeutico all’integrale ri-acquisizione delle proprie sovranità (politiche, legislative, economiche), da esercitare con finalità democratiche, attualmente pesantemente compromesse dalla permanenza dell’Italia nel regime tecnocratico dell’euro e dell’Unione europea. Sul complesso delle sovranità, quella monetaria costituisce lo strumento basilare, essendo funzionale al perseguimento, da parte dello Stato, del pieno benessere per la collettività, che ha fondato ed esprime lo Stato stesso. E’ poi funzionale alla sovranità economica in quanto ne determina, tramite il Governo, le scelte di politica economica ed industriale.
La grande finanza apolide sta distruggendo l’identità, l’autonomia, la libertà e la stessa vita degli Stati e dei propri cittadini, togliendo progressivamente, grazie all’ingerenza europea, ogni forma di partecipanza e dignità a centinaia di milioni di persone che hanno come poco edificante prospettiva, innanzi a loro, di tornare nuovi schiavi in un’europa a cui non sentono d’ appartenere. Uno degli strumenti per contrastare questi abietti padroni del vapore è quello d’unire le “aziende dell’economia reale” con i privati cittadini e con le Istituzioni, facendo fronte comune contro il “capitalismo finanziario”.
Al fine di sottrarre forza alla grande finanza apolide occorre, urgentemente e prioritariamente, ripristinare la netta separazione tra banche di credito ed enti che operano sui mercati speculativi. In questo particolare momento storico, in cui la società TUTTA pare aver smarrito il senso del reale, il collegamento fra popolo e governanti, il significato di bene comune, il senso di “comunità”: in una parola il “buon” senso, il gruppo di studio si sente fiero di proclamare che abbiamo individuato alcune tra le soluzioni possibili per ridare al popolo Italiano la propria libertà, autonomia monetaria, e benessere economico.
Il Laboratorio non ha connotazioni politiche, ben consapevole che già nulla è più politico della moneta stessa; si rende libero d’accogliere il contributo delle più diverse energie, purché animate dal medesimo, imprescindibile, desiderio d’indipendenza, di sovranità e di libertà. Dobbiamo recuperare la memoria storica del nostro Paese, che ci insegna come sia possibile trasformare il nostro Paese, da colonia di stato straniero e padrone ad indipendente (libero), anche sul piano monetario. Come memoria conserviamo un patrimonio storico, architettonico, artistico e paesaggistico unico al mondo, che tutti ci invidiano e che è assolutamente scarsamente valorizzato. Precisiamo: tutto ciò per il 99% dei cittadini, escludendo quell’1% che continua ad usurpare i diritti, la dignità, il lavoro e le ricchezze del resto della popolazione. Ognuno di noi può fin d’ora partecipare a questa, che a tutti gli effetti è una rivoluzione non violenta e culturale, rendendosi attivo nei confronti delle realtà umane con le quali già è in contatto: i familiari, i parenti, gli amici, i conoscenti, ma, anche gli Enti Locali, il Parlamento, fino al Presidente della Repubblica. Gli obiettivi raggiungibili a brevissimo termine sono né più né meno, altrettanti diritti di cui quel citato 1% ci ha progressivamente privato dalla fine degli anni ’70 :
1) Un diritto al lavoro per tutti, al fine d’ottenere una libera e dignitosa esistenza (art.36 della Costituzione) fino al raggiungimento della piena occupazione; 2) Una sensibile riduzione del carico fiscale, ed una sua maggiormente equa redistribuzione; 3) Una rinegoziazione di tutti i trattati internazionali, o meglio sovranazionali; 4) Una rilettura di tutte le leggi bancarie e monetarie, degli ultimi 35 anni; 5) Una uscita”morbida “dall’euro (che è una moneta “straniera” emessa da un organismo privato sovranazionale che nulla ha a che fare con lo spirito di un’ Europa unita, moneta che impedisce completamente di progettare ed attuare una organica e seria politica economica in ciascuno dei paesi sotto il suo giogo).