4 mar – Il 2013 è stato uno degli anni più duri della crisi: fallimenti, procedure non fallimentari e liquidazioni volontarie hanno superato tutti i record negativi e complessivamente si contano 111mila chiusure aziendali, il 7,3% in più rispetto al 2012. Lo rivelano i dati diffusi dal Cerved. In particolare nel 2013 i fallimenti sono stati oltre 14mila, il 12% in più rispetto all’anno precedente.
Nell’arco dell’anno va segnalato un vero e proprio boom dei concordati preventivi, più che raddoppiati rispetto al 2012 (+103%). E poi ci sono i fallimenti, con la corsa a doppia cifra del 12%. Secondo i dati del Cerved, gruppo specializzato nell’analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito, il fenomeno risulta in forte aumento in tutti i settori e in tutte le aree del Paese, e riguarda anche segmenti in cui nel 2012 si erano manifestati timidi segnali di miglioramento come l’industria (fallimenti in calo del 4,5% nel 2012 rispetto al 2011, in aumento del 12,9% nel 2013) e il nord-est (da -3,6% di crack tra il 2011 e il 2012 a una crescita del 19,7%).
Nel 2013 si contano inoltre circa 3mila procedure concorsuali non fallimentari, il massimo da oltre un decennio e il 53,8% in più rispetto al 2012. “All’origine di questo boom c’è sicuramente l’introduzione del ‘concordato in bianco’ – afferma l’amministratore delegato del Cerved, Gianandrea De Bernardis – che ha trovato ampio utilizzo” tra le aziende italiane. Per la procedura, che consente alle imprese di bloccare le azioni esecutive dei creditori in attesa di preparare un piano di risanamento, ci sono state nell’intero 2013 più di 4.400 domande, ma nel terzo e quarto trimestre il numero di richieste si è fortemente ridotto, probabilmente a causa delle correzioni apportate a livello legislativo e, in particolare, all’introduzione della facoltà di nominare un commissario giudiziale che possa controllare la condotta del debitore anche nelle fasi di pre-ammissione.
Nel 2013 è stato ritoccato anche il record negativo delle liquidazioni volontarie: hanno chiuso l’attività in questo modo 94mila aziende, il 5,6% in più rispetto all’anno precedente, con un aumento del 7% tra le “vere” società di capitale, cioè quelle che hanno depositato almeno un bilancio valido nel triennio precedente alla liquidazione.
A livello territoriale i fallimenti mostrano una forte accelerazione in Emilia Romagna (+25%) e in Trentino Alto Adige (+21%) e un incremento con tassi a due cifre in Veneto (+16%) e in Friuli (+14%). Crescono a ritmi sostenuti anche i fallimenti nelle regioni del Centro (+13%) e del Sud (+10%): i maggiori aumenti si registrano in Toscana (+18%) e nel Lazio (+13%), mentre nel Mezzogiorno l’aumento registrato in Sicilia (+27%) viene in parte attenuato dal calo delle procedure in Abruzzo (15%) e Basilicata (+3%). Nel Nord-ovest i fallimenti superano quota 4mila (+8% rispetto al 2012). Pesa soprattutto l’aumento della Lombardia (+12%), mentre in Piemonte si registra un incremento molto più modesto (+2%). Fallimenti in calo in Liguria (-8%) e in Valle d’Aosta. .tgcom24.mediaset.it