2 mar – Un piano strategico di intervento per animali predatori, come lupi, cani randagi e ibridi. E’ stato oggetto di una comunicazione, nei giorni scorsi, durante la seduta della Giunta regionale della Toscana, da parte dell’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini, dell’assessore alla Sanità Luigi Marroni e dell’assessore all’Agricoltura e foreste Gianni Salvadori.
Il piano prevede infatti misure che afferiscono ai tre assessorati e li coinvolge anche dal punto di vista finanziario per un importo complessivo stimato sui 4-5 milioni di euro.
L’assessore Salvadori ha presentato i dati sul monitoraggio del lupo in Toscana effettuato nel 2013 a cura del Centro Interuniversitario di ricerca sulla Selvaggina e sui Miglioramenti Ambientali a fini Faunistici (CirseMaf), dal quale risultano una settantina di nuclei per un totale complessivo di esemplari (comprensivo anche degli animali erratici e ibridi) pari a circa 310/320 capi. Oggi, di fronte alle problematiche connesse alle predazioni del bestiame allevato e alla percezione della presenza del lupo, risultano particolarmente critiche, le province di Grosseto, Arezzo e Firenze. In queste aree erano già state attivate dalla Regione Toscana specifiche azioni sperimentali finalizzate alla mitigazione del fenomeno.
Le priorità del piano, che prevede l’intervento coordinato dei tre assessorati regionali coinvolti, con un adeguato supporto scientifico (sarà creato un apposito Comitato scientifico) volto a individuare le migliori iniziative da adottare e le migliori modalità attuative sul territorio: garantire il controllo/prevenzione del randagismo sul territorio regionale e il rispetto della normativa vigente in materia di animali di affezione (identificazione degli animali nell’anagrafe regionale, sterilizzazioni); garantire la tutela della specie lupo “in purezza” come elemento fondamentale per la biodiversità in Toscana anche attraverso la prevenzione del randagismo e la cattura di cani vaganti e ibridi; garantire le attività zootecniche presenti sul territorio regionale attraverso interventi di tutela dal rischio di predazione del bestiame allevato. adnk
Milioni da far pagare esclusivamente alle associazioni ambientaliste e animaliste,e non dal solito pantalone !