23 feb. – Il deposto presidente egiziano Mohamed Morsi e’ stato accusato di aver svelato segreti di Stato ai Guardiani della Rivoluzione iraniani. Nella seconda udienza al Cairo del processo per spionaggio a Morsi e ad altri 35 esponenti dei Fratelli musulmani, i procuratori hanno ribadito l’accusa ai vertici del movimento islamista di aver cospirato con potenze straniere e con il movimento palestinese Hamas.
“Furono consegnati a Paesi stranieri segreti militari di Stato e furono forniti ai Guardiani della Rivoluzione iraniani rapporti sulla sicurezza per destabilizzare il Paese”, ha denunciato il pubblico ministero una dichiarazione letta in aula in cui non si precisa quali siano questi Paesi stranieri. Secondo i procuratori, tra il 2005 e l’agosto del 2013 Morsi e gli altri imputati hanno condotto attivita’ di spionaggio per conto “dell’internazionale dei Fratelli musulmani e di Hamas con l’obiettivo di sferrare attacchi terroristici nel Paese per seminare il caos e rovesciare le istituzioni statali”.
Nell’anno in cui Morsi era stato presidente aveva rafforzato i legami tra Il Cairo e Hamas, l’organizzazione palestinese che governa Gaza. Il deposto presidente egiziano era presente in aula, all’interno di una gabbia con vetri che la isolavano acusticamente, in modo da evitare interruzioni e proclami durante l’udienza. Gli imputati hanno scandito “nullo, nullo”, quando gli e’ stato chiesto se si dichiarassero colpevoli rispetto alle accuse mosse loro. (AGI) .