22 feb. – Svolta in Ucraina: il Parlamento ha deposto il presidente Viktor Yanukovich, stabilendo la data del 25 maggio per le elezioni presidenziali, e l’eroina della Rivoluzione arancione, Yulia Tymoshenko, e’ tornata libera. La ‘Thatcher di Kiev’, reclusa da anni nella colonia penale di Kharkiv, e’ stata scarcerata e si sta dirigendo verso piazza Maidan, simbolo della rivolta di Kiev.
Dopo il voto, i deputati della Rada Suprema si sono alzati in piedi, hanno applaudito e intonato l’inno nazionale.
Nella risoluzione, si sottolinea che Yanukovich “si e’ auto-rimosso (dal potere), poiche’ non ha rispettato i suoi obblighi e (questo Parlamento) stabilisce le elezioni per la data del 25 maggio”.
Immediata la reazione di Mosca: l”opposizione ucraina ha tradito gli impegni presi dal Paese, ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e si e’ piegata “a estremisti armati le cui azioni rappresentano una minaccia alla sovranita’ e all’ordine costituzionale dell’Ucraina”. Yanukovich ha abbandonato il palazzo presidenziale – una bizzarra reggia che ospitava persino uno zoo privato – ed e’ fuggito nella citta’ orientale di Kharkiv, a pochi chilometri dal confine russo. Ma non ha rinunciato a una battagliera apparizione in una tv locale, in cui ha gridato al golpe. In Ucraina c’e’ stato un “colpo di Stato”, ha tuonato. “Non sto lasciando il Paese. Non ho intenzione di dimettermi, sono il presidente legittimamente eletto”, ha affermato Yanukovich, spiegando di sentire la propria sicurezza e quella delle persone a lui vicine minacciate dai manifestanti che hanno preso il controllo del centro di Kiev.
Il presidente ha assicurato di aver avuto “garanzie di sicurezza” da parte dei mediatori internazionali che hanno lavorato per raggiungere un accordo politico e mettere fine a tre mesi di crisi nel Paese. “Hanno sparato contro la mia macchina, ma io non ho paura”, ha affermato Yanukovich, “tutto quello che e’ avvenuto oggi puo’ essere descritto principalmente come vandalismo, banditismo e un colpo di Stato.
Questa e’ la mia valutazione, questa non e’ opposizione, sono banditi”.
Intanto, l’esercito ucraino ha sottolineato di non essere coinvolto in alcun “conflitto politico interno”: “Le forze armate sono leali ai loro obblighi costituzionali e non possono essere trascinate in un conflitto politico interno”, hanno sottolineato in una nota i vertici dell’esercito di Kiev.