21 feb 2014 – Un mix difficile da ipotizzare, a dimostrazione di un Governo che intende allora davvero procedere per ”choc”, anche nei nomi. La nuova ”Troika” dell’economia nazionale, scaturita dalle idee e dalle consultazioni del neo premier Matteo Renzi mette insieme un trittico, cinematograficamente parlando, alla ”Ricomincio da tre”, cioe’ 33% di tecnica professorale dell’economia internazionale (Pier Carlo Padoan), un terzo di giovane ma rodata operativita’ liberale ed aziendale (Federica Guidi) ed un’ultima quota di sana e robusta tradizione di sinistra e cooperativistica (Giuliano Poletti).
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Cosa puo’ unire un austero docente, gia’ vicedirettore dell’Ocse e consulente della Banca Mondiale, di casa nei palazzi governativi italiani, gradito anche a Massimo D’Alema e mentore di un ancora verde Stefano Fassina, con l’imprenditrice classe 1969 a cui guardava fino a poco tempo fa Silvio Berlusconi per rinvigorire Forza Italia, gia’ braccio destro di Matteo Colaninno e poi presidente dei giovani di Confindustria; ed ancora di piu’ i primi due con il perito agrario emiliano di scuola Pci, apprezzato politico locale e soprattutto con una vita spesa nella Lega delle cooperative, fino alla presidenza? Lo sa sicuramente Matteo Renzi, e bene lo deve aver spiegato sia ai partiti (in primis il Pd) ai quali si appresta a chiedere la fiducia, sia nel lunghissimo colloquio al Quirinale per sciogliere la riserva, al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Forse la chiave di tutto sta nella velocita’ delle riforme economiche annunciate da Renzi: pubblica amministrazione, fisco, lavoro. Nel tentativo di riacciuffare una crescita che l’ultima legge di Stabilita’ di certo non ha avvicinato. Idee diverse, approcci diversi, storie anche opposte. ”Nouvelle cuisine” renziana opposta alla tradizionale cucina della politica tricolore. Con pero’ un ingrediente comune, un sano pragmatismo per provare a vincere una sfida economica decisamente ardua. asca