17 febbr – Non ha evaso l’Iva volontariamente ma perché costretto dalla situazione di crisi: con questa motivazione il Tribunale di Brindisi ha assolto per la seconda volta in pochi mesi un imprenditore metalmeccanico di Brindisi che, a fronte di commesse e lavori già eseguiti, in assenza di liquidità, non aveva pagato l’Iva per alcune centinaia di migliaia di euro proprio in relazione ai mancati incassi. Per quei lavori infatti, le fatture erano state
regolarmente emesse dall’azienda che però non aveva ancora incassato i compensi.
Il mancato pagamento nei termini prescritti aveva, peraltro, gravato l’impresa di ulteriori sanzioni per il versamento non avvenuto. Nemmeno le azioni giudiziarie tese al recupero dei crediti avevano sortito l’effetto sperato e l’imprenditore ha dovuto chiedere al Tribunale il fallimento della propria azienda.
Dopo una attenta verifica della documentazione prodotta dalla difesa sostenuta dagli avvocati Simona Attolini e Ladislao Massari, i giudici hanno accertato la difficile situazione finanziaria della società (legata alla particolare congiuntura del mercato e all’ormai nota crisi di liquidità che ha colpito le aziende), e hanno ritenuto scusabile il comportamento dell’imprenditore perché imposto dalla particolare situazione contingente. -ainews.it