12 febbr – La Cassa depositi e prestiti (Cdp) non può essere coinvolta in una bad bank di sistema in cui far confluire crediti inesigibili delle banche italiane perché gestisce i risparmi dei correntisti delle Poste. Lo ha spiegato Franco Bassanini, il presidente della società per azioni controllata per l’80,1% dal Tesoro e per il 18,4% da un gruppo di Fondazioni di origine bancaria.
“Non possiamo essere coinvolti [in progetti di bad bank] perché la prima regola di Cdp è la sana e prudente gestione del risparmio degli italiani“, ha detto Bassanini a margine di una conferenza stampa al ministero.
Sabato scorso il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha aperto all’ipotesi di bad bank non escludendo interventi anche più ambiziosi rispetto a quelli messi in cantiere finora per ripulire lo stato patrimoniale delle banche e favorire i prestiti.
I crediti deteriorati degli intermediari italiani ammontano a circa 300 miliardi e di questi le sofferenze bancarie hanno superato i 155 miliardi. Il mercato dei crediti deteriorati sta entrando nel vivo anche grazie agli esercizi Bce che costringeranno le banche a una pulizia di bilancio ancora più radicale rispetto a quella già effettuata.
L’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni ha precisato che l’interesse per una soluzione di sistema può esserci da parte degli istituti minori mentre i grandi possono fare da soli.
Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha detto di non ritenere necessario l’uso di risorse pubbliche o europee per la creazione di una bad bank, sulla falsariga di quanto avvenuto in Irlanda o Spagna. Il ministro ha detto che continuerà ad aiutare il credito attraverso fondi di garanzia e veicoli di sostegno degli investimenti – quali la Banca europea per gli investimenti (Bei) e il Fondo italiano d’investimento (Fii).
SOSTEGNO AL CREDITO, MA SERVE DECRETO ATTUATIVO
Quello che invece può fare la Cdp e che è pure previsto dalla legge di stabilità è prendersi una parte del rischio per i nuovi prestiti erogati dalle banche, sul modello già attuato dalla Kfw tedesca.
“Parliamo di un sistema come per la Kfw che con la garanzia dello stato offre non solo provvista dedicata, come fa pure Cassa con il plafond da 18 miliardi, ma anche l’assunzione di una parte del rischio sui nuovi prestiti che le banche danno”, ha spiegato Bassanini chiarendo quindi che questa cosa è “del tutto diversa da assumere o cartolarizzare i non performing loan passati.” [nL6N0JZ34B]
Il problema, che pure ha sottolineato il presidente della Cdp, è che la legge c’è ma non può essere resa operativa fintanto che non saranno emanati i relativi decreti attuativi.
“Questa [dei decreti attuativi che mancano per rendere operative le leggi approvate] è una delle cose che questo governo rimpastato o un nuovo governo dovrà fare. Serve una accelerazione fortissima ai tempi di execution”, ha detto il presidente della Cdp.
(Stefano Bernabei) reuters