Lo Stato centrale ‘divora’ il 77% delle tasse pagate dagli italiani

0squalo8 febbr – Lo Stato centrale ‘divora’ il 77% delle tasse pagate dagli italiani. E’ quanto emerge da una elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che mostra come su 472,7 miliardi di euro di imposte dirette, indirette e in conto capitale versate dai contribuenti nel 2012 (ultimo dato disponibile), ben 364,2 miliardi sono stati incassati dall’Erario, 78,9 miliardi sono finiti alle Regioni (pari al 16,7 per cento del totale), 23,8 miliardi ai Comuni (pari al 5 per cento del totale), 4,1 miliardi alle Province (0,9 per cento del gettito complessivo) e 1,5 miliardi alle Camere di Commercio (0,3 per cento del totale).

La Cgia sottolinea come nei principali Paesi federali le entrate fiscali delle Amministrazioni locali siano molto più alte che in uno centralizzato. Così se in Germania il volume delle tasse che finisce nelle casse dello Stato scende al 51 per cento, in Spagna il gettito erariale crolla addirittura al 34,5 per cento. La situazione si capovolge se analizziamo la situazione dei principali Paesi unitari presenti in Ue. In Francia, quasi l’80 per cento delle tasse pagate dai transalpini finisce allo Stato centrale, mentre nel Regno Unito l’incidenza raggiunge addirittura il 94 per cento.

A livello centrale la parte più consistente del gettito arriva dall’Irpef sulle persone fisiche: nel 2012, nelle casse dell’Erario sono arrivati poco più di 151 miliardi di euro. Significativo anche il peso dell’Iva: sempre nel 2012 lo Stato ha incassato quasi 87 miliardi di euro.

Alle Regioni, invece, l’imposta che garantisce il gettito più importante è l’Irap: sempre nel 2012 le imprese hanno versato oltre 33 miliardi di euro. La principale fonte di gettito delle Province è invece l’imposta che viene applicata sulle assicurazioni Rc auto: l’importo incassato nel 2012 è stato pari a 2,4 miliardi di euro. Infine, per i Comuni la voce più significativa è l’Imu: nel 2012 questa imposta ha garantito 15,6 miliardi di gettito.

”Nonostante le riforme avviate in questi ultimi venti anni – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – siamo ancora alla metà del guado. Non apparteniamo più al club dei Paesi unitari, ma nemmeno a quello degli Stati federali. Sul fronte fiscale la stragrande maggioranza del gettito finisce ancora nelle casse dell’Erario, mentre la spesa è stata progressivamente trasferita alle Amministrazioni locali. Al netto di quella previdenziale e degli interessi sul debito pubblico, oltre il 57 per cento della spesa pubblica italiana è ormai in capo alle Regioni, alle Province e ai Comuni. Insomma, la quasi totalità delle nostre tasse finisce a Roma, ma la maggioranza dei centri di spesa è ubicata in periferia”.

”Auspico – conclude Bortolussi – che il Governo Letta prosegua e dia un contributo importante al compimento della riforma sul federalismo fiscale avviata negli anni scorsi. Ricordo che in Europa i Paesi federali presentano un costo per il funzionamento della macchina pubblica pari alla metà di quello sostenuto dai Paesi unitari. Per un Paese come il nostro che ha una spesa pubblica complessiva annua che quest’anno dovrebbe superare gli 815 miliardi di euro, ridurre drasticamente il costo della Pubblica amministrazione sarebbe un risultato di portata storica”. adnkronos