8 feb. – A partire dal mese di gennaio la Regione Lazio ha bloccato, per carenza di fondi, le autorizzazioni all’invio di pazienti malati di Aids, fra i quali anche numerosi detenuti, in Case Famiglia extra Regione. A comunicarlo, spiega il garante dei detenuti del Lazio, una nota dell’Istituto Nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Centro di coordinamento per l’ingresso nelle case famiglia della Regione, o di altre regioni, per persone affette da Aids. Su tale blocco delle autorizzazioni il Garante dei detenuti Angiolo Marroni ha inviato una lettera urgente al presidente della Regione Nicola Zingaretti (Commissario ad acta per la Sanita’), al sub Commissario Renato Botti, al coordinatore della Cabina di regia del Servizio Sanitario Regionale Alessio D’Amato e al Responsabile della Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria Flori De Grassi.
La nota inviata dallo Spallanzani, inviata anche al Tribunale di Sorveglianza di Roma, fa specifico riferimento ad una detenuta attualmente reclusa nel carcere di Rebibbia Femminile. A seguito del blocco delle autorizzazioni al trasferimento la detenuta che doveva essere trasferita a causa delle sue condizioni di salute in Casa Famiglia in provincia di Pesaro, e’ invece stata trattenuta in carcere, in attesa di un posto libero in una delle Case famiglia della Regione Lazio.
“Nel caso di specie – ha spiegato Marroni commentando la sua iniziativa – la decisione dello Spallanzani di fatto interrompe per un periodo purtroppo non breve, dati i tempi di attesa delle strutture del Lazio, un percorso di salute e trattamento previsto dalle norme e la possibilita’ di accedere alle misure alternative. Piu’ in generale, il numero di posti letto disponibili, in convenzione, nella nostra Regione, non riesce piu’ a rispondere alla domanda di nuovi ingressi e se la decisione assunta dalla Regione non mutasse, le conseguenze potrebbero essere drammatiche. Per questo, visto anche che lo Spallanzani ha evidenziato l’assenza di comunicazione circa i tempi di risoluzione di tale problematica, ho deciso di scrivere ai vertici della Sanita’ regionale chiedendo di ripristinare le procedure necessarie al rilascio delle autorizzazioni all’ingresso in Casa Famiglia per i pazienti in Aids che sono in attesa di adeguata assegnazione, garantendo loro la tutela del diritto alla salute e alle cure mediche”.
(AGI)