India, i marò: Siamo innocenti, l’accusa di terrorismo ci fa molto male

maro6 genn – “Ci dispiace per la perdita di due vite umane, ma non ci sentiamo assolutamente responsabili”. Lo ha dichiarato a New Delhi il fuciliere di Marina Salvatore Girone, in merito alla morte di due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. “E’ un dispiacere umano – ha concluso il marò – ma siamo innocenti”. “L’accusa di terrorismo ci fa molto male non solo come militari, ma anche come genitori e uomini”, ha detto Massimiliano Latorre, rispondendo ad una domanda sulla possibile applicazione di una legge antiterrorismo al loro caso.

“Come militare professionista italiano che combatte la pirateria – ha aggiunto in un incontro con i giornalisti a New Delhi – questo mi rammarica molto”.

 Pena di morte
Il ministero dell’Interno indiano ha comunicato alla Procura generale il proprio accordo a che nel caso dell’incidente che coinvolge i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia invocata la pena di morte. Lo scrive l’agenzia di stampa statale Pti.

Il Sua Act
Il ministero, aggiunge l’agenzia, ha espresso tuttavia l’opinione che nei confronti dei due sia utilizzata comunque la legge per la repressione della pirateria (Sua Act), che nella sua formulazione automaticamente la prevede. La comunicazione, in cui il ministero ammorbidisce relativamente la sua posizione per avvicinarla a quella contraria all’uso del Sua Act (e della pena di morte) degli Esteri e della Giustizia, è stata fatta durante una riunione dei vertici degli Interni con il procuratore generale G.E. Vahanvati. Adesso la “patata bollente – osserva la Pti è nelle mani di Vahanvati, che dovrebbe in tempi brevi formulare la sua opinione sulla questione”. Il magistrato dovrà infatti spiegare come poter prescindere da quanto la legge anti pirateria chiaramente sostiene e cioè che “se una persona causa la morte di un’altra, sarè punita con la morte”. rainews.it/