Strasburgo, 5 feb. – I governi di Mario Monti prima e di Enrico Letta poi non sono scaturiti “da un capriccio della persona del presidente della Repubblica”, ma da una serie di fatti e circostanze. Lo ha ribadito Giorgio Napolitano incontrando oggi a Strasburgo gli europarlamentari italiani.
Innanzi tutto, ha ricordato il Capo dello Stato, c’era da affrontare il problema del “debito cumulato negli anni precedenti”, e “non era possibile continuare in un comportamento irresponsabile nei confronti delle generazioni future”. Una “questione non solo politica, ma di morale collettiva” che gia’ era stata affrontata con provvedimenti di austerity da “governi di diverso colore a partire dal 2006”. E’ con loro che inizia “una politica restrittiva, di austerita’, quindi ben prima dei governi Monti e Letta”.
“Io – ha ribadito Napolitano – ho registrato quello che accadeva”. Piu’ tardi si e’ trattato di “dare un governo all’Italia ed evitare l’instabilita’ politica e istituzionale, cosi’ come le elezioni anticipate“. Uno schema seguito alla fine del 2011 e poi all’inizio del 2013 quando era ben presente il “pericolo che l’Italia si trovasse senza governo addirittura all’inizio della legislatura”.
Del resto “dalle consultazioni mai e’ uscita un’indicazione diversa” da quella poi assunta dal Quirinale”. L’austerity degli ultimi due governi e’ stata certo necessaria. Adesso “la mia convinzione, presente in tutte le forze politiche italiane, e’ che questa politica di austerita’ ad ogni costa non possa piu’ reggere. Serve una svolta, occorre un cambiamento di rotta”.
Anche all’interno della stessa Europa stanno emergendo indicazioni in questo senso: “Nel Consiglio europeo ci sono condizione diverse rispetto a due anni fa. Si e’ aperta una dialettica che prima non c’era. Prima si ratificavano di fatto le decisioni di Francia e Germania, ora diversi paesi hanno preso le distanze da questa prassi del fatto compiuto”. agi