4 febbr – Una ragazza turca di 19 anni incinta di otto mesi è stata strangolata e gettata in un pozzo dopo essere stata condannata a morte dal clan. A uccidere la giovane, che viveva in un villaggio del distretto di Viransehir, nell’Anatolia sudorientale, sono stati i due fratelli. L’accusa nei confronti della donna è quella di aver disonorato la famiglia. I due fratelli, con altri quattro membri del clan, sono stati arrestati.
Napolitano: “Il posto della Turchia è in Europa”
Secondo quanto riporta la stampa locale, la 19enne, di nome Hacer, aveva avuto una relazione con un giovane poi partito per il servizio militare. Solo dopo quattro mesi la ragazza si era accorta di essere incinta ed era fuggita dal villaggio per timore della ‘punizione’ che avrebbe deciso il clan. Accolta da uno zio a Diyarbakir, la ‘capitale’ del Kurdistan turco, era stata poi richiamata nel suo villaggio con l’inganno.
Poco prima della nascita del suo bambino la famiglia le aveva mandato messaggi di riconciliazione, invitandola a tornare: “Sei perdonata”, le avevano garantito. Ma non era vero: il clan si era riunito e l’aveva condannata a morire, ignorando la madre che si era opposta alla decisione. I due fratelli della giovane, che erano andati a prenderla a Diyarbakir, per accompagnarla a casa, in realtà l’avevano portata in una zona deserta dove è stata strangolata. I due, insieme ad altri quattro membri del clan, sono stati arrestati. tgcom24
..ANCHE QUESTA E’ ” CULTURA ” da importare, vero signora ?