4 febbr – Settantamila posti di lavoro in meno, una contrazione del 60 per cento delle gare pubbliche e circa 600 imprese fallite, di cui solo 475 l’anno scorso. A snocciolare i dati della crisi dell’edilizia in Sicilia nell’ulimo quinquennio è la Fillea Cgil, che oggi ha organizzato un’iniziativa per ricordare Giuseppe Burgarella, l’operaio edile e sindacalista che un anno fa si tolse la vita e per rilanciare le proposte del sindacato per arginare la crisi e creare lavoro nel comparto.
Un vero e proprio bollettino di guerra che in provincia di Trapani assume connotati devastanti. I dati della cassa edile mostrano, infatti, una realtà in cui, dal 2008 al 2013, la massa salariale è diminuita di circa 50 milioni di euro. Il numero degli operai attivi si è praticamente dimezzato, passando da 10.877 a 5.173, così come le ore lavorate da 8.542.503 del 2008 sono scese a 2.503.792 nel 2013. Drastica riduzione anche delle imprese attive che da 2.311 del 2008 sono passate, nel 2013, a 1.455.
”Senza dubbio – ha detto Mauro Livi della segreteria nazionale della Fillea Cgil – c’è un problema al sud e gli indicatori dell’edilizia mostrano una situazione preoccupante. Sono indispensabili – ha proseguito – interventi che mettano al centro il lavoro, gli investimenti, i diritti e il rispetto delle regole con i rinnovi dei contratti”. In Sicilia, infatti, nel 2012 le ore lavorate e il monte salario sono diminuiti del 22%, mentre nel resto d’Italia del 7% così come gli operai siciliani sono scesi al 24% rispetto al 12% del Paese. Nel corso dei lavori sono state illustrate anche le proposte del sindacato, presentate al Governo regionale e nazionale, per una burocrazia più snella e per accelerare l’iter affinché siano rese subito disponibili le risorse già stanziate dando alle imprese aggiudicatarie degli appalti la possibilità di avviare i lavori. ADNKRONOS