4 febbr – CHIARAVALLE – L’ha ucciso forse la sensibilità, prima ancora della solitudine e dei problemi economici. Cosa pensare di un uomo di sessant’anni che, prima di uccidersi, si preoccupa di tutti, dal socio di lavoro ai soccorritori e perfino di lasciar scritto “Per favore occupatevi del mio gatto”, unico, fidato coinquilino di una casa divenuta all’improvviso troppo grande, vuota e triste. A.S., queste le iniziali del suicida, si è ucciso lì, abbandonandosi al monossido di carbonio, in quella casa al piano terra di uno stabile di viale Rinascita. Il racconto dei dettagli della sua morte volontaria mette i brividi e testimonia della determinazione lucida dell’uomo di togliersi la vita.
L’uomo aveva preparato tutto nei minimi particolari. Ha vergato due messaggi su fogli formato A4, uno per far avvertire il socio con cui era titolare di una piccola ditta di mobili a Montemarciano che deve fronteggiare la crisi finanziaria che ha colpito molti ed uno per sollecitare a prendersi cura del suo adorato micio, ne ha attaccato con lo scotch un altro all’esterno della porta del bagno su cui ha scritto, con un pennarello, “Attenzione monossido di carbonio” e ne ha lasciato un quarto in una busta di plastica, con 300 euro, con scritto “i soldi sono per il mio socio”.
Inoltre, ha lasciato una busta chiusa con su scritto “lettera testamentaria da consegnare al notaio Montali” e poi ha fatto il resto, preparando minuziosamente il suicidio.
Ha acceso un barbecue nel piccolo bagno, ha sigillato con il nastro adesivo ed ha atteso che, finalmente, giungesse la morte cercata con feroce determinazione. Il socio gli telefonava da due giorni ma ne sabato né domenica il sessantenne aveva risposto alle chiamate. Molto allarmato, il compagno di lavoro dopo averlo richiamato al telefono anche ieri mattina, intorno alle 10 si è presentato in viale Rinascita sapendo che il socio era solito lasciare la chiave di casa sotto lo zerbino. E’ entrato ed ha subito capito ciò che era accaduto. Ha chiamato le forze dell’ordine poi è giunto sul posto il medico che ha potuto solo prendere atto della morte del sessantenne dichiarando che, presumibilmente, il decesso era avvenuto da almeno 12 ore e quindi tutto lascia pensare che l’artigiano si sia lasciato morire nella serata di domenica. Una domenica come tante, cupa e uggiosa, piena di solitudine e di amarezza.
Una domenica che all’imprenditore, preoccupato per la non buona situazione economica della sua ditta, deve essere sembrata ancor più nera e triste. Ed allora ha accarezzato quel micio, unico compagno di una casa vuota e, in un modo che lascia esterrefatti e sgomenti, ha deciso di dire addio a tutti.
Tanta rabbia, per l’ennesima vittima di questa crisi pianificata a tavolino.
Mi viene in mente un vostro art. che dovrebbero leggere tutti .
– Siamo come animali in un recinto? 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky) –
..Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.
In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire…
ora piccoli uomini del potere spero siate contenti x come ci avete ridotto BASTARDI!