3 febbr – Lo sfogo di Laura Boldrini sugli scontri in Aula per il decreto Imu-Bankitalia va in scena ieri. Prima con una telefonata in diretta a `L’Arena´ di Massimo Giletti su Rai 1, poi replica nello studio di Fazio, a “Che Tempo che fa” . Con toni durissimi, più adatti allo stile di una docente di scuola media ( con tutto il rispetto per le insegnanti) che alla terza carica dello Stato, la presidente della Camera punta l’indice contro i cinque stelle responsabili di «un attacco eversivo contro le istituzioni che deve essere respinto da tutte le forze democratiche».
Se il Parlamento è pieno di eversivi, allora meglio che si dimetta e vada al voto. Nessun attacco alla democrazia, ma spazio di espressione necessario alla vita democratica di un paese come l’Italia. Certo, perché è bene ricordare alla Boldrini che quelli che giudica alla stregua di dissidenti, rispondono in realtà a milioni di elettori che tentano di reagire ad una crisi economica senza precedenti e che forse la Boldrini stessa ignora. Un dissenso legittimo che nell’esercizio della libertà di opinione e del diritto di critica non andrebbe censurato ma colto nella sua vera essenza.
Invece, ancora una volta, il servizio pubblico si presta ad ospitare, senza alcun contraddittorio, la propaganda politica di un rappresentante istituzionale che invece di giustificare i disordini in Aula e promuovere il dialogo, come le imporrebbe il suo ruolo, zittisce le opposizioni. Nessuna propensione all’autocritica sull’evidente fallimento del suo mandato e sulla valutazione errata di alcuni temi, come l’accorpamento del decreto Imu- Bankitalia, approvato applicando, per la prima volta nella storia della Repubblica, la ‘ghigliottina’ nella votazione finale. Una decisione che tradisce l’imparzialità propria del suo incarico, non più in grado di garantire i principi democratici necessari per il normale svolgimento dell’attività istituzionale.
Non bisognerebbe mai arrivare agli insulti ma neanche agli schiaffi, come quelli volati all’indirizzo della pentastellata Lupo. E quelli che si aspettavano una reazione forte da parte del presidente di Montecitorio, ancora una volta sono rimasti delusi. Non una parola di solidarietà, infatti, ha trovato la Boldrini per condannare l’aggressione fisica del questore Dambruoso, dimostrando invece di essere un fiume in piena nella difesa del suo operato.
Nell’epoca della Boldrini, lei che si è sempre fatta paladina dei diritti, appare quanto meno paradossale che si possano verificare episodi simili, tanto più gravi e preoccupanti quando accadono in luoghi istituzionali, nati per garantire un dibattito ed un confronto democratico civile. Ancora una volta, invece di gettare acqua sul fuoco, Lauretta ingaggia una battaglia contro le minoranze politiche. Un tentativo di imbavagliare la democrazia di chi ormai fa solo gli interessi della maggioranza.
Souad Sbai
Oh una che finalmente ha capito!!! Brava Sig.ra Souad Sbai!