28 genn – La Corte europea dei diritti umani ha condannato oggi l’Irlanda per non aver protetto efficacemente gli alunni delle scuole elementari dagli abusi sessuali dei loro insegnanti. La sentenza nasce dall’esame del caso Louise O’Keefee, che all’età di nove anni, nel 1973, è stata vittima di abusi sessuali per circa sei mesi da parte del suo insegnante laico in una scuola diretta dalla diocesi cattolica di Cork e Ross, ma finanziata dallo Stato.
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Quando a metà degli anni novanta scoppiò lo scandalo degli abusi inferti dall’insegnante a quasi 400 alunni, Louise O’Keefee, si costituì parte civile contro lo Stato, asserendo che questo era tenuto a proteggerla e che quindi era direttamente responsabile per quanto le era accaduto. Ma, diversamente da quanto è accaduto oggi con la Corte di Strasburgo, non è mai riuscita a ottenere ragione dai tribunali irlandesi.
Nella sentenza emessa oggi, che è definitiva, i giudici della Corte europea dei diritti umani hanno sottolineato che le autorità non potevano non sapere che c’era un reale rischio che gli alunni potessero essere vittime di abusi sessuali, dato che le statistiche raccolte tra gli anni ’30 e ’70 sui processi per questo tipo di reato mostravano incidenze molte elevate.
I giudici hanno inoltre osservato che lo Stato ha l’obbligo di proteggere i minori da qualsiasi forma di maltrattamento, specialmente durante la scuola dell’obbligo. E nonostante la gestione delle scuole possa essere delegata ad altri, spetta alle autorità statali assicurare di aver messo in piedi un sistema per individuare e indagare i casi di abuso.