Il venerabile Draghi muove con luciferina sapienza le pedine Letta e Renzi

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27 genn – Il frastuono dei media serve solo a deviare l’attenzione dei cittadini dalle questioni vere che condannano l’Italia e l’Europa ad un lungo e doloroso declino. Paradossalmente, se non esistessero i mezzi di informazione, i cittadini avrebbero modo di capirne di più sulle cause e i dissimulati obiettivi perseguiti da una oligarchia infame fautrice dell’involutivo processo storico attualmente in atto. Invece, inebetiti da questioni futili, analisi sciatte e questioni di contorno, il popolo finisce giocoforza con il perdere di vista il cuore del problema.

Domanda: perché un numero crescente di europei affolla le file della Caritas? C’è stata forse una grave carestia? La grandine ha distrutto il raccolto? Siamo in presenza di una nuova glaciazione? Insomma, l’umanità è contingentemente vittima di fenomeni naturali avversi contro i quali non è possibile resistere? No, niente di tutto questo. E quindi? Di chi è la colpa? Dell’Uomo, evidentemente.

A questo punto sarebbe il caso anche di precisare meglio la categoria umana responsabile di cotanto sfacelo. Che dite, la recessione può essere imputata agli operatori ecologici? Alle colf? Ai tranvieri? Ai maestri elementari? Alle commesse dei grandi magazzini? Ai disoccupati? Ai cassintegrati? Agli esodati? Difficile sostenerlo. Tutti i gruppi appena enunciati non posseggono alcun potere decisionale in grado di condizionare il corso degli eventi. Allora, se diamo per assodato che la colpa è degli uomini e, più nel dettaglio, di quelli che controllano le leve del potere, non rimane che prendersela con i politici. Ora sappiamo che Letta, Alfano, Napolitano e compagnia sono certamente parte del problema.

A questo punto chiediamoci: il potere politico si autoalimenta o è eterodiretto da poteri riservati, elitari ed antidemocratici? Anche in questo caso la risposta non è difficile. Come è evidente pure ai ciechi, alcune strutture burocratiche e tecnocratiche di matrice sovranazionale hanno già di fatto commissariato i legittimi rappresentanti politici periodicamente eletti con metodo democratico. Il Parlamento italiano, prima di approvare qualsiasi legge in materia economica e finanziaria, deve assicurarsi la benevolenza dei vari Draghi, Olli Rehn e Lagarde. Quale forza attribuisce a tali signori un potere sulle nazioni così vasto, smisurato e irresponsabile? La risposta è la “massoneria“, creatrice della modernità, momentaneamente ostaggio di una componente contro-iniziatica che ne offende la storia e il prestigio.

E ancora: attraverso il controllo di quali gangli vitali la massoneria reazionaria oggi prevalente si assicura a cascata il mantenimento di una supervisione generale sui fenomeni globali? In primis di quelli finanziari e mediatici, che, a loro volta, creano e distruggono le singole carriere politiche dei diversi maggiordomi occasionalmente assoldati per il bene della causa.

Provate ad esempio a mettere in fila i nomi dei ministri dell’Economia succedutisi in Italia nel corso della seconda Repubblica. Vi accorgerete che si tratta di figure quasi sempre allevate all’interno di quelle grandi banche d’affari ad alto contenuto massonico, bravissime ad inseguire interessi privati dopo avere sapientemente cooptato figure che rivestono incarichi pubblici. In alcuni casi, leggi Monti o Saccomanni, i massoni reazionari giocano a viso scoperto. In altri, vedi Letta e Renzi, preferiscono invece comandare dietro le quinte, al riparo delle sagome dei soliti provvidenziali burattini.

Come egregiamente spiegato dai massoni di Grande Oriente Democratico, Letta e Renzi si contendono il potere locale pur essendo entrambi proni ai desiderata degli stessi mondi occulti. Il Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, ben spalleggiato da un uomo assetato di potere come Giorgio Napolitano, è oggi il vero dominus della politica italiana. Pur di portare a termine la sua missione di morte, che prevede il definitivo abbattimento della nostra civiltà, Mario Draghi si avvale dei servigi di personaggi infidi, subalterni e senza scrupoli, pronti cioè a farsi carico dell’inevitabile impopolarità a patto di garantirsi futuri riconoscimenti in termini di denaro e potere.

Per dirla in maniera ancora più semplificata, Letta e Renzi sono come due odalische che si beccano nella speranza di divenire le favorite dell’Imperatore Mario Draghi. Il gioco delle parti tra il Rottamatore e il nipotino di Gianni Letta in versione punch-ball è gradito e incoraggiato dai padroni nella misura in cui le politiche di austerità, indispensabili per seminare ulteriore povertà e miseria, non vengano messe seriamente in discussione da nessuno dei contendenti.

Letta può quindi tranquillamente governare al fine di perseguire il doloso peggioramento del quadro economico. Renzi potrà continuare a recitare tatticamente il suo controcanto per non disperdere un consenso popolare necessario per varcare in prospettiva la soglia di Palazzo Chigi garantendo così la prosecuzione di un indirizzo politico assassino e disumano. Il tutto sotto la regia vigile del vero garante dell’Olocausto italiano: Giorgio Napolitano il Rieletto.

Quindi amici miei, mentre state lì a trastullarvi con il Porcellum, il Maialinum e l’Asinellum, sappiate che all’interno dei templi più esclusivi si lavora per il vostro totale annientamento. Letta, una volta finita la sua macabra missione, verrà ricompensato con un ruolo di prestigio in ambito Ue. Renzi, sotto la supervisone dell’uomo McKinsey Yoram Gutgeld, prenderà il posto di Enrichetto per completarne la scellerata opera. Mentre Napolitano, tra un monito e un mojito, resterà abbarbicato sul Colle per l’intero secondo settennato dicendo ogni giorno che non vede l’ora di andarsene.

Alla fine della fiera non rimarrà pietra su pietra. E tutti gli asini oggi intenti a parlare di Bunga Bunga, sprechi, Job Act e altre simili amenità, affogheranno lentamente e inconsapevolmente sotto lo sguardo tetro e compiaciuto del più sottile demone che paralizza il nostro tempo: ovvero il potentissimo massone contro-iniziato Mario Draghi.

Francesco Maria Toscano – il moralista