25 gen. – Parte il piano di privatizzazioni del governo che durera’ almeno un paio di anni. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al collocamento sul mercato delle quote di Poste ed Enav e alle norme per il rientro dei capitali illegalmente detenuti all’estero. Il governo, ha spiegato il premier Enrico Letta, privatizzera’ quote “non di controllo” del gruppo guidato da Massimo Sarmi e della societa’ per l’assistenza al volo. Con il pacchetto privatizzazioni, ha assicurato Letta, il debito pubblico italiano, quest’anno, scendera‘ “per la prima volta dopo sei anni di crescita”.
L’esecutivo intende inoltre dare parte delle azioni delle societa’ ai dipendenti e il percorso verra’ definito nei prossimi giorni. Dalla cessione del 40% di Poste il governo punta a ricavare tra i 4 e i 4,8 miliardi di euro mentre dal 49% dell’Enav circa 1 miliardo. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha indicato in 10-12 miliardi il valore di Poste e in circa 1,8-2 miliardi quello dell’Enav. Saccomanni ha annunciato che il piano di privatizzazioni durera’ almeno un paio di anni e ha auspicato che il collocamento sul mercato di Poste possa partire entro l’estate.
Sul fronte fiscale il governo ha approvato un decreto che affronta molteplici questioni, a partire dalla agevolazioni. Letta ha ribadito che “il 31 gennaio non ci sara’ il taglio delle detrazioni fiscali per famiglie e contribuenti” previsto dalla legge di stabilita’.
“Il 31 gennaio se non fossimo intervenuti sarebbe scattato il taglio delle detrazioni fiscali per famiglie e contribuenti”.
Cosi’ ora il capitolo viene demandato alla delega fiscale all’esame del Parlamento che “sara’ la sede della discussione sul riordino”.
Il Cdm ha anche varato il decreto sul rientro dei capitali, ovvero le norme sulla ‘volontary disclosure’. Il provvedimento, ha spiegato Letta, “prevede un percorso che parte dall’autodenuncia e dal pagamento per intero delle imposte previste”, quindi “non e’ uno scudo, non c’e’ piu’ l’anonimato” sia per motivi etici che per motivi funzionali. Il premier ha garantito che i capitali “non essendo piu’ anonimi potranno essere utilizzati in Italia, facendo in modo che lo Stato incassi risorse per ridurre le tasse sul lavoro”. Per Saccomanni non si tratta di “un condono o un amnistia” ma anzi rappresenta “un cambio epocale”.
Il provvedimento sul rientro dei capitali sara’ composto da due interventi. Uno, il dl varato oggi, che prevede autodenuncia e pagamento delle imposte, l’altro verra’ introdotto nel pacchetto anticriminalita’ tra due settimane e sara’ il reato di autoriciclaggio. “Vogliamo intervenire nell’aggressione dei patrimoni oggetto di attivita’ criminali” ha spiegato Letta. “Noi facciamo affidamento e su questo scommettiamo: sul fatto che e’ cambiata la situazione internazionale” ha detto il premier. “Abbiamo abbandonato la logica dell’anonimato, l’aggressione nei confronti dei meccanismi di copertura dei paradisi fiscali da un anno e’ molto forte. L’autodenuncia fa si’ che i patrimoni siano non piu’ anonimi ma siano utilizzabili. Qual e’ il vantaggio se non garantite l’anonimato? In passato era un vantaggio, oggi altrimenti quelle risorse verrebbero bloccate perche’ l’aggressione degli organismi internazionali ai paradisi fiscali e’ molto forte.
Dunque non c’e’ scudo, non c’e’ anonimato, ma i soldi emergeranno e potranno essere utilizzati e lo Stato incassera’ risorse per ridurre le tasse sul lavoro”. Rinviati a maggio i termini per il pagamento della prima rata dei contributi Inail. “Una boccata di ossigeno per le imprese”, ha detto Letta spiegando che le imprese non dovranno pagare 3 miliardi ma 2 miliardi. “Diamo alle imprese tre mesi di liquidita’ in piu’. La liquidita’ servira’ per investire e spingere la crescita”. (AGI)