L’ex pm porta nella società Sicilia e-Servizi 74 persone: ci sono raccomandati, ex politici e perfino il genero di Stefano Bontade
24 genn – Il fronte giustizialista è in decomposizione. Più di venti anni di manettarismo forsennato lasciano sul campo una giustizia devastata e qualche caso grottesco. Come quello di Antonio Ingroia, che si propone quale vivente incarnazione della degenerazione togata: da pubblico ministero teneva comizi; da candidato politico emetteva sentenze; da politico sconfitto s’è riciclato a spese della Regione siciliana; da commissario liquidatore, di una scassatissima società regionale, fa 74 assunzioni; e, già che ci si trova, imbarca raccomandati, politici trombati e congiunti di mafiosi. Tanto la Sicilia è già strutturalmente in bancarotta. E tutto, dice lui, in omaggio al rispetto delle regole. Lo avesse fatto un altro avrebbe dovuto spiegarlo da detenuto in custodia cautelare, magari (con un po’ di fortuna) per vedersi assolvere con comodi dieci anni di ritardo. (…)
Davide Giacalone per Libero