Zaia: non si possono obbligare i sindaci ad accogliere profughi

zaia20 gen 2014 – ”Vorrei che si capisse che la mia e quella di molti sindaci veneti non e’ una chiusura dettata da pregiudizi e tanto meno dall’indifferenza per le sorti di persone disgraziate, ma dalla convinzione che dicendo ancora una volta di si’ il problema dell’accoglienza di questa gente non verra’ mai seriamente affrontato da chi ha le competenze, le responsabilita’, le risorse e gli strumenti legislativi per cercare di risolverlo”.

Il presidente della Regione, Luca Zaia, ribadisce la sua posizione di contrarieta’ all’arrivo da Lampedusa all’arrivo nei Comuni veneti dei profughi provenienti da Lampedusa. ”Se di fronte a questa soluzione dettata dallo Stato – prosegue Zaia – si registra un coro di ”non ce la facciamo’, ”non abbiamo le strutture’, proveniente da tutto il territorio, indipendentemente dal colore delle amministrazioni locali, ci sara’ pure un motivo. Qui non si tratta di chiudere le porte in faccia a dei bisognosi, ma di far capire a chi ostinatamente, a ogni emergenza, scarica le complicazioni distribuendole nei diversi Comuni, che cosi’ non si puo’ andare avanti. Oggi i profughi sono 85, l’anno scorso erano qualche centinaio, domani chissa’… Cosi’ non si aiuta chi di sofferenze ne ha gia’ patite tante e si danneggia una volta di piu’ le amministrazioni locali che in questi anni dai governi centrali hanno preso uno schiaffo dietro l’altro”.

”L’accoglienza deve essere funzionale all’integrazione e il Veneto, checche’ ne dicano i soliti nostri detrattori, lo ha capito e dimostrato da tempo – ha concluso Zaia -. Ma tra quelli che si indignano per le drammatiche storie di immigrazione, c’e’ anche chi predica bene e razzola male. Primi tra tutti le istituzioni europee e i suoi rappresentanti, a parole prodighi di comprensione e solidarieta’, nei fatti inefficienti e incuranti. Lampedusa e’ il confine sud dell’Italia ma anche dell’Europa e se Bruxelles dista dall’isola del Mediterraneo poco piu’ di 1.800 chilometri in linea d’aria, sono anni luce quelli che separano la capitale dell’Unione Europea dai problemi di cui questo guscio di terra in mezzo al mare si sta facendo carico per conto di tutto il continente”. asca