17 genn – Il mercato parallelo dei farmaci in Paesi europei più redditizi provoca a Roma, e in tutta Italia, “una vera e propria emergenza”, al punto che risultano irreperibili farmaci come antitumorali, eparine, antipsicotici e broncodilatatori. Lo denuncia Federfarma Roma, che dopo l’esposto in Procura a luglio, ieri ha scritto all’ Aifa. Federfarma Roma, nella lettera scritta all’Agenzia Italiana del Farmaco, chiede “immediati provvedimenti” per evitare ulteriori contingentamenti di medicinali che metterebbero a rischio la salute e la vita stessa dei cittadini.
“A distanza di sei mesi nulla è cambiato, anzi la situazione è peggiorata”, si legge nella lettera inviata all’Aifa dal presidente dell’associazione, Franco Caprino, che evidenzia come siano oramai “tantissime le farmacie a Roma che si lamentano per l’assenza di molti di questi farmaci”. Il vantaggio per chi opera nel mercato parallelo, che siano aziende produttrici, grossisti o farmacie con autorizzazione all’ingrosso, è meramente economico: l’esportazione viene infatti effettuata solo per quei farmaci che in Italia hanno un prezzo al pubblico/farmacia inferiore rispetto a quello degli altri Paesi europei, guadagnando così sulla plusvalenza che si matura nel vendere il farmaco sul territorio estero. Per questo – aggiunge Caprino – chiediamo un intervento deciso per arginare il fenomeno dell’export parallelo, ipotizzando addirittura il blocco temporaneo delle esportazioni parallele, così da poter garantire la continuità terapeutica a migliaia di cittadini oramai costretti ad affannose ricerche per i farmaci che quasi sempre sono poi introvabili”.
Farmaci: ‘mercato parallelo’, a luglio 2013 esposto Federfarma – Esiste un ‘mercato parallelo’ dei farmaci destinati all’Italia ma venduti all’estero, dove si guadagna di piu’, che tra l’altro provoca la mancanza di tali medicinali proprio nelle nostre farmacie. E’ quanto si sostiene nell’esposto-denuncia presentato nel luglio dello scorso anno dal presidente di Assiprofar Federfarma Roma, Franco Caprino, alla procura della capitale. In sostanza si sostiene che grossisti e farmacisti comprano medicinali destinati al mercato italiano e li vendono su mercati dove si guadagna di piu’, come Germania o Regno Unito. Cio’ comporterebbe – secondo Federfarma Roma – la carenza o anche l’irreperibilita’ per lunghi periodi di molti farmaci e un contingentamento degli stessi da parte delle aziende. Il risultato finale e’ che spesso i pazienti, anche affetti da gravi patologie, non trovano le medicine loro necessarie.
Tra i farmaci interessati dal ‘mercato parallelo’, antidepressivi, prodotti per il trattamento del morbo di Parkinson e dell’ipertensione e antiepilettici. Nell’esposto Federfarma Roma faceva anche alcuni esempi, come il Mirapexin 2,1 che in Italia costa 53,10 euro al netto dell’Iva e dello sconto, cioe’ ‘prezzo ex factory’, mentre in Germania il costo in farmacia e’ di 275,10 euro, sempre ‘ex factory’. “Se un farmaco in Italia costa 20 euro ed in Germania 200 – spiegava già allora Caprino – si verifica che l’acquirente italiano di quel farmaco lo acquisti per poi rivenderlo in Germania determinando un guadagno per se’ ed una rarefazione del prodotto sul mercato interno”. Nell’esposto Federfarma Roma rendeva anche noto di aver inviato mesi fa una lettera sull’argomento all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e al ministero della Salute. “Peraltro – si legge ancora nell’esposto – le segnalazioni da parte dei cittadini e delle farmacie che lamentano la mancata disponibilita’ di farmaci nel ciclo distributivo sono sempre piu’ numerose”. ansa