13 genn – In attesa di vedere se l’India utilizzerà o meno la temuta legge anti-terrorismo, il ‘SUA Act’, contro Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il caso dei due marò torna ad infiammare la politica italiana, con il centrodestra in trincea che chiede la testa del ministro degli Esteri Emma Bonino. Mentre Fratelli d’Italia (Fdi), rispolverando una proposta già avanzata per il voto del febbraio scorso, si dice pronto a candidare i due fucilieri alle elezioni europee, per chiamare così in causa direttamente Bruxelles sulla vicenda.
L’incubo pena di morte. Il nuovo allarme rosso sul caso è scattato quando, due giorni fa, la stampa indiana ha rivelato che New Delhi avrebbe già dato l’ok all’utilizzazione del ‘Sua Act’ – la legge antiterrorismo indiana che prevede la pena di morte – per incriminare i due italiani. Notizia che, seppur smentita dal ministro dell’Interno Shinde, ha riacceso le polemiche anche in Italia, con il governo Letta finito – proprio come accadde con l’esecutivo Monti – nel mirino del centrodestra.
La polemica. Ad accendere la miccia è stato il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri (Fi-Pdl) che ha accusato la titolare della Farnesina di essere «inerte di fronte al dramma dei nostri marò». Bonino «è indegno ministro di un indegno governo. Si dimetta ancor prima dell’intero governo», ha tuonato Gasparri, seguito a ruota dal presidente di Fdi, Ignazio La Russa, pronto a candidare i marò alle europee se il governo non dovesse «battere un colpo». In tal modo, ha spiegato, l’Ue «sarebbe costretta a intervenire a tutela del quorum del Parlamento».