Marò: l’India perde tempo perchè non è riuscita ad emettere un minimo capo d’accusa

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10 gen. – Il ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid, ha ribadito oggi che New Delhi ha assicurato a Roma che i maro’ italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, non rischiano la pena di morte: il caso dei due soldati accusati di aver ucciso due pescatori indiani nel corso di un’azione antipirateria non rientra tra quelli nei quali la pena di morte puo’ essere applicata, ha detto Khurshid.

Khurshid ha avuto un incontro con i colleghi titolari di Giustizia, Kapil Sibal, e Interno, Sushil Kumar Shinde, proprio sulla delicata vicenda. La Nia (National Investigation Agency), che dipende dal ministro dell’Interno, ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro i due militari in base a una speciale legge marittima, il cosiddetto ‘Sua Act’, che prevede anche la pena di morte in caso di omicidio. Una scelta che sarebbe una plateale violazione delle rassicurazioni fatte in passato all’Italia.

“La questione della pena di morte non si pone neppure” perche’ l’Italia ha ottenuto garanzie dall’India in tal senso, ha infatti sottolineato l’inviato del governo italiano, Staffan de Mistura. Khurshid ha aggiunto che l’ultima parola spetta al ministero dell’Interno. Una delle ipotesi che starebbe emergendo, secondo la stampa indiana, e’ che dopo aver fatto pressioni per procedere in base al ‘Sua Act’, la Nia possa rinunciarvi dinanzi al giudice di merito chiamando in causa proprio l’impegno dell’India con l’Italia.

“E’ grave pero’ -fa notare ancora De Mistura- che la Nia non abbia ancora presentato il rapporto sulla conclusione delle indagini: in un anno non sono ancora riusciti a emettere un minimo capo d’accusa. Ovviamente non sono pronti e non hanno sufficienti argomenti; e questa e’ un’indicazione della debolezza dell’impostazione indiana”. Mercoledi’ il tribunale speciale al quale e’ stato affidato il processo ha rinviato l’udienza al 30 gennaio. I due fucilieri – che sono in liberta’ vigilata su cauzione e sotto la tutela della Corte Suprema – non si sono presentati e nel corso dell’udienza la Nia si e’ opposta alla richiesta dei loro legali di ottenere un’esenzione in base al fatto che i capi d’accusa non sono stati ancora presentati. La Nia – che secondo ‘The Hindu’ ha anche chiesto al magistrato di adottare “misure adeguate” per garantire la loro custodia – ritiene che il tribunale speciale derivi la propria giurisdizione dalla Corte suprema e che l’assenza di un capo d’imputazione non fornisce una base legittima alle richieste di Roma.

Adesso il giudice Dharmesh Sharma ha dato 15 giorni di tempo, a partire da mercoledi’, perche’ i legali dei due maro’ presentino le loro contro-risposte. Alla luce di queste novita’, De Mistura rientrera’ a Roma “per consultazione con il governo perche’ si possa ricalibrare la posizione italiana” sull’intricato groviglio. Intanto i due, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre – assicura il diplomatico italiano – sono di “ottimo umore”: “Vengono coinvolti in tutte le decisioni, fanno parte della squadra e sono molto consapevoli. (AGI)