10 genn – La perdita del lavoro e le conseguenti tappe di una vera e propria ‘discesa agli inferi’: crisi familiare, separazioni, perdita della casa e della residenza. Sono questi, in tempi di crisi economica, i motivi principali delle richieste di sostegno psicologico da parte degli italiani che si rivolgono all’ambulatorio dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp) di Roma, dove il 30% dei pazienti è costituito da connazionali poveri. Persone il cui diritto alla salute è ‘ad alto rischio’: chi perde la casa non ha più residenza e, quindi, nemmeno il medico di famiglia che garantisce, tra l’altro, prescrizioni ed esenzioni.
“Negli ultimi tempi – spiega Miriam Castaldo, antropologo medico che lavora nell’equipe dell’istituto di salute mentale dell’Inmp – ciò che è veramente cambiato è la domanda di salute dei pazienti italiani che si rivolgono a noi. Se fino a qualche anno fa chiedevano supporto per disagi più generali, relazionali o emotivi, oggi chiedono sostegno psicologico soprattutto dopo la perdita del lavoro”. Una situazione di disagio che, per le persone già impoverite, crea “a cascata una serie di drammi” e che ha il suo apice nella perdita di un tetto.
“Questo cambiamento delle richieste – continua Castaldo – cominciamo a vederlo anche negli immigrati che vivono da tempo in Italia. Badanti rumene o sudamericane, per esempio, che perdono il posto di lavoro. Un fenomeno legato all’impoverimento del territorio”. Con la crisi all’ambulatorio dell’Inmp sono in aumento i pensionati italiani che chiedono assistenza sanitaria, in particolare per l’oculistica e l’odontoiatria: secondo dati recenti dell’Istituto romano le richieste da parte degli anziani sono cresciute del 5%. adnkronos