4 genn – L’avviso per la selezione dei candidati alla nuova (ennesima) Authority pubblica campeggia nella home page della Camera dei deputati. Non un bando di gara, né un concorso, ma un invito a «far pervenire le manifestazioni di interesse» per i posti in palio all’indirizzo mail di Montecitorio, che saranno poi selezionati dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato e poi ratificate dalla Boldrini e da Grasso.
Si parla di un consiglio di tre esperti, il cui presidente guadagnerà 301.000 euro l’anno, gli altri due 240.000 euro.
Tutto previsto dalla legge n. 243 del dicembre 2012 (governo Monti) che istituisce questo nuovo «Ufficio parlamentare di bilancio» (Upb), un organismo «indipendente», anche se nominato dalla politica, le cui funzioni – si legge nell’avviso di selezione pubblicato dalla Camera – consistono in «analisi, verifiche e valutazioni relative alla finanza pubblica, all’impatto macroeconomico dei provvedimenti legislativi di maggior rilievo, alla sostenibilità della finanza pubblica» etc. Per razionalizzare la spesa pubblica, si crea un nuovo organismo, con un proprio budget nemmeno piccolo. L’Ufficio parlamentar di bilancio, che avrà sede «presso le Camere», non è composto soltanto da tre membri, di cui uno con funzioni di presidente, i cui compensi sono parametrati su quello del presidente dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato), pari come detto a 301.000 euro (gli altri due pari all’80% di quell’importo), tutti e tre incarichi di sei anni non rinnovabili, ma ci saranno anche uffici e personale alle dipendenze dei tre «commissari» al bilanci.
«L’Ufficio – prescrive infatti l’articolo 17 della legge istitutiva – seleziona il proprio personale in piena autonomia, unicamente sulla base di criteri di merito e di competenza, con esclusivo riferimento alle esigenze funzionali». Nuove assunzioni a tempo indeterminato, paga sempre lo Stato, di cui si vuole controllare la dieta. «Il personale dell’Ufficio è composto da personale assunto attraverso pubblico concorso con contratto di lavoro a tempo indeterminato; personale delle amministrazioni del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, nonché di amministrazioni pubbliche o di diritto pubblico, collocato fuori ruolo; personale selezionato attraverso procedure comparative pubbliche, per lo svolgimento di incarichi a tempo determinato, di durata non superiore a tre anni». Il limite è che il personale non superi le «trenta unità», ma solo per i primi tre anni.
Passati quelli, «la dotazione di personale non può superare complessivamente le quaranta unità». Al funzionamento dell’Ufficio, poi, «sovraintende un Direttore generale, con specifica competenza ed esperienza in materia di economia e finanza pubblica», dunque un altro super stipendio, anche se la cifra non è fissata dalla legge ma sarà stabilito dai tre commissari. «A decorrere dall’anno 2014, è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro in favore di ciascuna Camera da destinare alle spese necessarie al funzionamento dell’Ufficio». Quindi 6 milioni di euro l’anno (prelevati dai «Fondi di riserva e speciali» del Ministero dell’economia) per il super ufficio, una nuova Authority di nomina politica che, moltiplicando i costi, farà quel che dovrebbero già fare parlamentari e uffici ministeriali.
Ma chi li selezionerà questi nuovi papaveri di Stato da 300mila euro l’anno di stipendio? La procedura, definita dai presidenti di Senato e Camera, è spiegata nell’«Avviso» sul sito di Montecitorio. Gli interessati «in possesso dei requisiti di riconosciuta indipendenza e comprovata competenza ed esperienza in materia di economia e di finanza pubblica a livello nazionale e internazionale», devono inviare entro il 20 gennaio il loro curriculum. Dopodiché le commissioni Bilancio di Camera e Senato selezionano, a maggioranza dei due terzi dei rispettivi componenti, una lista di dieci candidati. A quel punto poi spetta ai presidenti di Camera e Senato «con proprio decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana» procedono alla scelta dei tre membri che costituiranno il Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio, e alla contestuale nomina del Presidente del suddetto Ufficio. Ovvero, un’altra dispendiosa Authority per controllare e ridurre la spesa pubblica.
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