3 gen. – Jang Song-thaek, lo zio caduto in disgrazia del dittatore Kim Jog-un, non e’ stato ucciso ne’ per fucilazione o impiccaggione. Sarebbe stato chiuso (ma tutto è ancora da verificare) in una gabbia con 5 dei suoi piu’ stretti collaboratori insieme a 120 cani digiuni da tre giorni, che li hanno sbranati vivi in pochi minuti, facendo strame delle loro carni.
Lo scorso 31 dicembre, per la prima volta il leader nordcoreano, Kim Jong-Un, ha parlato dell’esecuzione di Song-Thaek. «Lo scorso anno», ha affermato nel discorso di Capodanno alla nazione, «abbiamo intrapreso azioni risolutive per eliminare una fazione di feccia dal nostro partito e questa epurazione dagli elementi antirivoluzionari lo ha rafforzato». Kim non lo ha mai nominato ma era chiara l’allusione a Jang Song-Thaek, un tempo potente numero due del Partito comunista e del regime di Pyongyang.
La Nbc ha tuttavia ricordato che la Corea del Nord non ha mai specificato le modalità della morte di Jang. L’esecuzione di Jang è però stata pubblicizzata dal regime che lo ha definito un tossicodipendente e un don giovanni appartenente alla «feccia umana».