Uccise la figlia – Primo Natale da persona libera

carcere29 dic – Dopo vent’anni dalla commissione di quell’atroce omicidio, Rosalia Quartararo ha trascorso il suo primo Natale fuori dal carcere. La donna, oggi sessantenne, venne condannata all’ergastolo per aver ucciso a bastonate la figlia diciottenne e per averne occultato il cadavere in una roggia della bassa lodigiana.

Il caso ebbe una enorme eco mediatica e dal giorno del suo arresto, nell’agosto del 1993, la donna è rimasta ininterrottamente ristretta in carcere, tra Milano e Roma.

Sino a questo giorno di Natale.

Il magistrato di sorveglianza di Milano le ha infatti concesso un permesso premio che le ha consentito di poter vivere da persona libera il giorno di Natale.

La Quartararo, oggi detenuta presso la casa circondariale di Bollate, ha trascorso il 25 dicembre presso un’associazione di volontariato, dove ha potuto pranzare con una delle sue altre due figlie. Allo scadere del permesso premio di 12 ore, la donna è regolarmente rientrata in carcere.

L’avvocato Gianluca Arrighi, scrittore e difensore della Quartararo, nel 2012 ha pubblicato il romanzo best seller “Vincolo di sangue” nel quale ha raccontato la vicenda umana e processuale di questa donna, inserita nei trattati di criminologia tra le assassine più spietate della storia.

Arrighi, anche in relazione alle recenti e accese polemiche sui permessi premio concessi a detenuti poi evasi, ha dichiarato: “Il presupposto essenziale per la concessione del beneficio è quello di aver manifestato durante la detenzione un costante senso di responsabilità e correttezza. Il magistrato di sorveglianza, nella decisione sulla concessione dei permessi premio, deve valutare, dopo aver sentito il direttore dell’istituto, se il condannato sia o meno socialmente pericoloso. Certo, la legge umana, come tutte le cose dell’uomo, è fallibile e possono verificarsi degli errori. Ma questo non deve mettere in discussione nel modo più assoluto l’utilità dei permessi premio, che rimangono uno strumento fondamentale nel percorso di risocializzazione imposto dalla nostra Costituzione per ogni detenuto”.

STUDIO LEGALE ARRIGHI CAROSELLI