29 dic – «Matteo Renzi lo conosco da dieci anni almeno, abbiamo condiviso l’esperienza della Margherita…». Parola di Giacomo D’Arrigo, nuovo Direttore generale dell’Agenzia nazionale giovani. A nominarlo dirigente generale della pubblica amministrazione, incarico da circa centosessantamila euro l’anno, è stato il Consiglio dei ministri di venerdì 27, su proposta del ministro Cécile Kyenge, titolare della delega alla Gioventù dal giorno in cui si è dimessa Josefa Idem. Ma chi è il nuovo dipendente di Palazzo Chigi che Enrico Letta ha preferito per quel ruolo ai trecento che già lavorano – e percepiscono analogo emolumento – alla Presidenza del Consiglio?
D’Arrigo ha 37 anni, è vicepresidente della Fondazione Big Bang, luogo di raccolta dei renziani siciliani, dove è stato numero due del responsabile Welfare del “nuovo” Pd, Davide Faraone. È stato in predicato di diventare segretario del suo partito in Sicilia: «È una voce che mi lusinga, ma ancora non c’è nulla di concreto», spiegava a SikilyNews lo scorso luglio. La trattativa, poi, è naufragata. Più recentemente si era ventilato un suo ingresso nella segreteria nazionale del partito, ma il numero uno democratico gli ha preferito l’altro siciliano e due erano troppi. Detto, fatto: un incarico – molto ben retribuito, di “prima fascia” come si dice in gergo – è spuntato fuori anche per lui.
A risolvere la questione, con la controfirma sua e il “sì” di tutti i membri dell’esecutivo, è stato il presidente del consiglio, quello stesso che pure il sindaco di Firenze e la sua squadra stanno facendo tribolare non poco. Nessuno di loro sembra essersi accorto che questa manovra è l’esatta negazione di alcune delle frasi più ad effetto pronunciate dal sindaco di Firenze nel corso della sua lunga campagna congressuale: «Sogno un’Italia dove si va avanti per merito e non perché si conosce qualcuno», su tutte.
Il nuovo direttore generale dell’Agenzia per i giovani «qualcuno» lo conosceva eccome. Il segretario del Pd, innanzitutto. Lo ha spiegato lui stesso in più d’una intervista. E conosce anche il suo fedelissimo Graziano Delrio, ministro per gli Affari Regionali: quest’ultimo ha firmato la presentazione-prefazione del libro che D’Arrigo ha scritto alcuni mesi fa e s’intitola: «L’Italia cambiata dai ragazzini. Nuovi amministratori, nuovi comuni». Il più riuscito dei «ragazzini» citati nel libro, neanche a dirlo, è il sindaco di Firenze, segretario del principale partito che sostiene il governo. Per il neo-dirigente generale di Palazzo Chigi ha rivoluzionato il modo di governare i Comuni, specie «in ambito culturale».
Alla Presidenza del Consiglio la sua nomina sta facendo un certo rumore. Condividendo la necessità di contenere i costi dei ministeri e realizzare la spending review, gli ultimi premier si erano impegnati a valorizzare le risorse interne, portando a scadenza senza rinnovarli i contratti dei dirigenti esterni. Stavolta è andata diversamente: lo Stato dovrà pagare un esterno per svolgere il suo lavoro e, contemporaneamente, terrà ai box un altro dei trecento dirigenti interni, che percepirà ugualmente il (lauto) stipendio. Per il renziano – professo – il governo ha fatto una eccezione: sicuramente D’Arrigo se la sarà meritata. Ma nell’attesa che – come previsto dalla legge per tutti i dirigenti pubblici – il curriculum del nuovo Direttore finisca sul sito dell’Agenzia governativa, in molti si sono messi a cercare le informazioni disponibili. […]
di Paolo Emilio Russo libero
Adesso non conosco personalmente, son convinto che le capacità ci siano! non credo che dovesse indicare un parente di Brunetta! amesso che Brunetta abbia parenti idonei o aspiranti a quel posto! Credo che si debba puntare su persone giovani dalle massime potenzialità sulle quali potremo esprimere un giudizio tra un po’ di tempo! Non credo che questa persona è da ritenere inidonea perchè appartenente ad un’area politica!