29 dic. – Il peso massimo sunnita, l’Arabia Saudita, interviene nell’esplosivo e frammentato scenario libanese, condizionato dal conflitto siriano. Riad ha stanziato 3 miliardi di dollari per l’acquisto di armi dalla Francia (ex potenza mandataria a Beirut) – cui il presidente Francois Hollande ha gia’ dato il via libera – per ammodernare e rifornire il debole esercito di Beirut.
Truppe regolari con poche e datate armi (i blindati che usano sono vecchi M-113 anni ’60 lasciati dagli italiani nel 1982 al termine della missione Italcon) schiacciate dalla forza sul terreno delle milizie sciite di Hezbollah, che in Siria combattono apertamente al fianco delle truppe di Bashar Assad. Lo ha annunciato il presidente, il cristiano-maronita, Micgel Suleiman, sottolineando che si tratta del maggiore sostegno mai fornito al Paese dei Cedri.
L’annuncio arriva a due giorni dall’ultimo attentato in ordine di tempo in cui un’autobomba ha ucciso a Beirut di un esponente politico sunnita, Mohammed Shattah. Il Libano – ‘occupato’ fino al 2005 dalle truppe siriane – si regge su un fragile equilibrio tra le principali confessioni religiose. La costituzione stessa prevede che il premier sia un sunnita, il presidente un cristiano mentre il presidente della Camera sia sciita. (AGI) .